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Culture
Klimt e il Ritratto di Signora, mistero sul quadro ritrovato a Piacenza

Quindici giorni dopo il furto al Castello di Dresda, che ha visto svanire la piu' grande collezione di gioielli antichi d'Europa, ricompare il volto dolce del 'Ritratto di Signora' di Gustav Klimt: rubato nel 1997 dalla galleria d'arte moderna Ricci Oddi di Piacenza, potrebbe essere stato ritrovato. E, come la "Lettera rubata" di Edgar Allan Poe, sarebbe sempre stato li' nell'edificio, in una parete esterna della stessa galleria piacentina.

Klimt e il Ritratto di Signora, mistero sul quadro ritrovato a Piacenza

Il quadro era in una nicchia all'interno di un muro dei giardini 'segreta' e protetta a disposizione della magistratura, che nominera' quanto prima dei periti per attestare se sia autentico o meno. Il presunto Klimt e' stato ritrovato dai giardinieri impegnati nella manutenzione del verde: sfrondando dell'edera hanno infatti trovato la nicchia con dentro il sacco nero, all'interno del quale c'era il quadro. La polizia ha avvisato anche i carabinieri per la tutela del patrimonio culturale, che si occuperanno della vicenda per svolgere tutte le verifiche del caso. "Non e' da escludere che il quadro sia rimasto sempre li'", in attesa che per i ladri giungesse il momento opportuno per portarlo via, ha detto all'AGI il generale Roberto Riccardi, alla guida del Comando carabinieri per la tutela del patrimonio culturale, che in questi anni ha riportato a casa numerose opere d'arte trafugate. Sulla sua autenticita' Riccardi non vuole esprimersi, limitandosi ad affermare che "il comandante del nucleo di Bologna" si e' diretto sul posto e ricordando che in questi anni e' stata seguita, soprattutto, la pista della criminalita' comune. Il furto del Ritratto di Donna di Gustav Klimt, che potrebbe essere il qudro trovato oggi alla galelria "Ricci-Oddi" di Piacenza, fu scoperto la sera del 22 febbraio del 1997. La cornice del dipinto fu trovata sui tetti dell'edificio, e cio' fece pensare che i ladri fossero fuggiti (e forse entrati) dai lucernari della galleria. Gli investigatori lo descrissero quasi subito come un furto "anomalo". Secondo una delle ipotesi, che lascia intuire una strategia e un committente, i ladri "pescarono" il quadro da un lucernario, come nel film Topkapi. Nella galleria ci sono molte altre opere d'arte importanti, ma i ladri puntarono sul Klimt, in quel momento valutato cinque miliardi di lire. Le indagini puntarono anche a capire se il sistema d'allarme, definito "obsoleto", fosse scattato oppure no. L'altra ipotesi e' che i ladri siano entrati e usciti dall'ingresso principale. Furono inviati tre avvisi di garanzia nei confronti di alcuni custodi della galleria, ma la loro posizione fu archiviata. L'indagine riprese nel 2016 in base alle tracce di Dna trovate sulla cornice, ma finora non ha dato esiti.

Un giallo nel giallo ebbe luogo l'1 aprile del 1997, poco piu' di un mese dopo il furto, quando la polizia di Ventimiglia intercetto' alla frontiera tra Italia e Francia un pacco destinato a Bettino Craxi, che allora era andato in autoesilio ad Hammamet, in Tunisia. dentro il pacco c'era un Klimt. Corremmo a Ventimiglia - ha raccontato Stefano Fugazza, allora direttore della galleria Ricci-Oddi - ma l'unica cosa con cui tornammo indietro fu una ricevuta. Il dipinto era convincente, sembrava il Ritratto di Donna, ma la pittura era fresca:: era un falso ben fatto. La vita della "Signora" di Klimt e' stata particolarmente travagliata: dopo una placida permanenza nella galleria piacentina per quasi 60 anni, nel maggio del '96 una studentessa del liceo artistico "Colombini", Claudia Maga, scopri' durante una ricerca per l'esame di maturita' che il ritratto di Klimt in realta' ne nascondeva un altro, sempre dello stesso artista, che i critici di tutto il mondo davano da decenni per scomparso. Klimt, che ritrasse una donna di cui era innamorato e che mori' prematuramente, aveva ricoperto la prima versione del prezioso ritratto femminile (datata dagli esperti attorno ale 1912) con un velo di colore, forse perche' insoddisfatto dall'esito iniziale dell'opera. Della versione originale era rimasta solo un'immagine su un catalogo. Poi piu' nulla. In realta' dal 1926 l'opera giaceva "sotto mentite spoglie" a Piacenza, donata alla citta' dal mecenate Giuseppe Ricci Oddi. La sua vera identita' sarebbe ancora nascosta se durante una ricerca per la maturita' artistica l'allora 19enne studentessa di Broni (Pavia) non avesse notato la forte somiglianza tra il quadro esposto e l'opera di Klimt, esposta a Dresda nel primo decennio del '900 e data poi per dispersa. Il 'Ritratto di Signora' - ha detto lo storico e critico d'arte Vittorio Sgarbi - e' "un'opera intensa, parlante, il ritratto di donna e' un'immagine familiare e umanissima che dava il carattere all'intero museo".

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