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Culture
Musica, in uscita V.I.T.R.I.O.L. il nuovo album del pianista Mario Mariani

Lo abbiamo conosciuto come il pianista che ammaliava tutti suonando melodie travolgenti nell’insolita cornice di una grotta, sull’Appennino marchigiano.

Poi, in un simile contesto naturale, ha dato vita al Teatro Libero del Monte Nerone, in cui la potenza dell’arte – nelle sue forme più varie – si fondeva con l’energia dei boschi. E ancora, colonne sonore per film, festival, eventi, quattro album presentati in tutto il mondo, un pubblico affezionato ormai non soltanto alla sua musica, ma al concetto stesso che sottende ad essa: “Un altro piano è possibile”.

Mario Mariani, pianista e compositore pesarese, prosegue la sua lunga carriera con un ulteriore tassello fondamentale: l’uscita del nuovo album V.I.T.R.I.O.L., prodotto da Intemporanea Records e distribuito da ThinkClouds/The Orchard.

L’11 luglio lo presenterà in anteprima proprio sul Monte Nerone, in quella grotta a cui è sempre rimasto affezionato, per poi offrire ai presenti un concerto sotto le stelle, nel rispetto delle normative previste dall’emergenza Covid. Lo abbiamo intervistato per scoprire qualcosa in più su questo nuovo, interessante progetto.

Mario cosa cambia tra questo album e quello che registrasti dieci anni fa, nello stesso privilegiato contesto naturale?

“Si tratta di due lavori che hanno avuto gestazioni diverse, ma possono essere considerati figli della stessa idea originaria e delle stesse emozioni. Grazie anche alla tecnica sonora che mi ha permesso di ricostruire l’ambiente della grotta, ho rivissuto “fisicamente” sensazioni molto simili a quelle provate durante la mia permanenza del 2010. È stata un’esperienza intensa, che spero di essere riuscito a tradurre in musica”.

Il tuo motto è diventato: un altro piano è possibile. Che cosa intendi?

“Il significato sotteso è quello di un piano di realtà, di consapevolezza e naturalmente anche un piano...forte! Che è fondamentalmente lo stesso da circa duecento anni e per questo lo paragono spesso al nostro cervello, il quale invece di anni ne ha più o meno 200.000. Lo strumento non è cambiato in maniera sostanziale, ma siamo noi a mutare continuamente.

Mi piace quindi usare in maniera “laterale” questi due strumenti (piano e cervello), avvalendomi di tecniche estese che, agendo sul corpo da dove il suono ha origine, ne trasformano le vibrazioni, e di conseguenza anche il senso”.

Quanta preparazione e quanta improvvisazione ci sono nella tua musica?

“Non mi piace l’espressione ormai in voga di “pianoforte preparato”, sia perché ricorda troppo John Cage e il periodo in cui la sperimentazione era spesso un must, sia perché non amo l’idea stessa della preparazione. È come suonare una partitura. Io sono di base un improvvisatore totale, un compositore istantaneo transpersonale e ironicamente rispondo che il pianoforte è “impreparato” come il pianista, visto che molte volte non so bene cosa andrò a suonare. Come nel caso di V.I.T.R.I.O.L.”.

La tua figura è diventata più simile a quella di un vero e proprio performer che non a un semplice pianista. Sei d’accordo?

“Mi è sempre stata stretta la definizione di pianista, sia perché – come tutte le definizioni – etichetta e cristallizza qualcosa in un genere: quello classico, jazzistico o ancora peggio il neo-minimalismo, categorie che difficilmente mi rappresentano. Preferisco essere visto come un “piano artist”, poiché lo strumento che suono risulta così accostato all’idea di arte, che si declina appunto in varie discipline: teatro, danza, cinema e altre performance, tutte presenti nella mia musica”.

I tuoi prossimi progetti?

“V.I.T.R.I.O.L. verrà promosso nella sua data di uscita con un concerto speciale l’11 luglio 2020, esattamente dieci anni dal mio ingresso nella Grotta dei Prosciutti, sulla cima del Monte Nerone, nei pressi del Rifugio Corsini. Poi seguirà un altro concerto pochi giorni dopo al Teatro Comunale di Cagli e un terzo al Teatro Libero del Monte Nerone, che si terrà dal 31 luglio al 3 agosto.

Ogni volta sarà come ascoltare qualcosa di diverso, visto che quest’album, come “Elementalea”, è stato completamente canalizzato, ovvero realizzato con quella che io chiamo Composizione Istantanea Transpersonale; sarà quindi come osservare un caleidoscopio di figure da differenti angolazioni, sempre diverse e nuove. Questa è la magia dell’arte”.

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