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Culture
Napoli, ecco il Museo del Mare. Un progetto da 40 milioni di euro

Di Eduardo Cagnazzi

Un Museo del Mare a Napoli. Un luogo per navigare nella storia e ripercorrere la vita dei marinai di un tempo e dei migranti di ieri e di oggi, dove raccogliere i reperti archeologici e di navi recuperati dalle acque. Come le due navi romane del I° secolo dopo Cristo rinvenute durante gli scavi per la realizzazione della metropolitana a piazza Municipio. Ma anche uno spazio dove svolgere iniziative culturali, sociali ed economiche e per assolvere ad un ruolo di centro polifunzionale al servizio della città. Il grande cubo progettato negli anni ’40 da Bruno Canino all’interno del porto, già sede dei Magazzini Generali ma ora ridotto in condizioni precarie, potrebbe mettere tutti d’accordo. Alla stregua di quanto si è realizzato lungo il waterfront di Genova con il Galata, il più grande museo del mare del Mediterraneo. Il progetto porta la firma di Ra. Consulting dell’architetto Gennaro Matacena che si è avvalso della collaborazione dello studio Cavuoto per le strutture e di Itaca per gli impianti elettrici. Committente è il Comitato per il Museo del Mare, sorto due anni fa, di cui fanno parte trentotto soci tra armatori, associazioni, enti pubblici e privati. Il Comitato ha nell’armatore Giuseppe D’Amato, nell’imprenditore marittimo nonché presidente del Propeller Umberto Masucci e nel presidente degli Industriali napoletani, Ambrogio Prezioso, i nomi di spicco.

Costo stimato dell’opera, compreso il restyling dell’area portuale antistante l’edificio, circa 40 milioni di euro. “Siamo all’inizio del percorso che vede nel Propeller l’elica che ha mosso questo motore, ma è tutto il Comitato promotore che ha condiviso questa comune idea”, afferma Masucci. La realizzazione del Museo del Mare, spiega ad affaritaliani.it, l’architetto Gennaro Matacena assolverebbe non solo alla funzione di raccolta, conservazione ed esposizione del patrimonio storico artistico e culturale ma anche al ruolo di promotore di iniziative di carattere sociale, scientifiche ed economiche. “L’edificio dispone di circa 10mila metri quadrati di superficie netta su due piani e piano seminterrato, ha spazi per le attività commerciali che possono costituire il supporto economico per la gestione del Museo. E poi è al centro della città, servito dai mezzi pubblici di superficie e dalla metropolitana, con un discreto numero di parcheggi nelle vicinanze”, sostiene Matacena. Il Museoassolverebbe anche ad un’altra funzione, non meno importante. Il recupero del rapporto tra la città e il mare.

 

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