Pompei ed Ercolano, i tesori in gran tour negli Usa
I tesori delle antiche Pompei ed Ercolano, conservati nei depositi del Museo archeologico di Napoli (Mann), saranno protagonisti di un Grand Tour negli Usa
Di Eduardo Cagnazzi
I tesori delle antiche Pompei ed Ercolano, conservati nei depositi del Museo archeologico di Napoli (Mann), saranno i protagonisti di un Grand Tour negli Stati Uniti grazie alla mostra “Pompeii. The Exibition”. La rassegna, che prenderà il via il prossimo novembre e terminerà nel maggio 2018, è resa concreta grazie ad un accordo di collaborazione sottoscritto dal direttore del Mann, Paolo Giulerini, e da John Norman, presidente di Exibition International. Le tappe previste saranno Kansas city, Union Station, passando per Phoenix e Tampa, dove la mostra sarà ospitata presso i locali Museum of science and industry e per la prima volta metterà in vetrina un importantissimo complesso di affreschi e sculture scoperti nella Domus del Citarista, una delle più complesse ville pompeiane, di proprietà della famiglia dei Popidii, tra le più ricche e lussuose dell’epoca. Per il museo napoletano l’obiettivo dell’iniziativa è duplice: non si priverà delle collezioni permanenti esposte e nel contempo potrà assolvere alla grande richiesta di interesse per le testimonianze della vita quotidiana delle città vesuviane che arriva da tutto il mondo. Il Mann è sen’altro Pompei e lo dimostra la sua vasta ed importante collezione di antichità vesuviane. Ma è anche tanto altro e molti sono i progetti che intende sviluppare all’estero. E’ il museo della capitale del regno dei Borboni, luogo dove si registra la nascita dell’attenzione ai valori della cultura classica occidentale. Qui si concentrano grandissime risorse: il patrimonio più importante al mondo di statuaria classica portato a Napoli dalla famiglia Farnese, che rappresenta l’exemplum di tutta l’evoluzione della scultura occidentale.; il portale della cultura italica e della Magna Grecia, grazie ai ritrovamenti effettuati in tutto il Regno delle Due Sicilie; la seconda più grande sezione egizia, dopo quella di Torino, con la peculiarità di avere un lotto di oggetti entrati in Italia prima della spedizione napoleonica, dove è possibile scoprire il gusto della cultura egizia pre-Napoleone. Come sottolinea Giulerini, “il Mann è l’unico caso in Italia che può sostenere questa politica, ovvero realizzare mostre all’estero senza depotenziare la propria offerta e questo ci permetterà di trasformarlo in un museo diffuso”. Oltre alla ricostruzione delle diverse attività di produzione dell’epoca, la presenza dei calchi in gesso dei corpi dei pompeiani defunti renderà tangibile il dramma degli ultimi momenti di vita della città. Quando i visitatori si addentreranno nella mostra, vivranno un viaggio indietro nel tempo, ritornando a quella fatidica mattina dell’eruzione. Immerso in un’esperienza ricca di supporti multimediali e di reperti archeologici, il pubblico avrà l’opportunità di capire come Pompei fosse un florido porto commerciale e come rappresentasse, per l’impero, un punto nevralgico per il commercio e per la vita militare. Durante questo viaggio, i visitatori incontreranno i residenti dell’antica Pompei e le loro storie li aiuteranno a svelare la complessità della società romana, della religione, e a spiegare le innovazioni tecniche ed ingegneristiche. Queste storie descriveranno un mondo in cui le vite degli abitanti di Roma, degli uomini liberi (liberti) e degli schiavi, erano interconnesse e si intersecavano.