Radiodervish, il canto del Mediterraneo - Affaritaliani.it

Culture

Radiodervish, il canto del Mediterraneo

di Pierfrancesco Pacoda

Radiodervish

Sono echi di un esotismo vicino, quelli che affollano ‘Human’,  il nuovo disco dei Radiodervish, il gruppo che, più di tutti, in questi anni, ha raccontato il Mediterraneo come luogo della infinita ricchezza di culture, come spazio dell’incontro tra radici e tradizioni che riportano a un linguaggio che unisce.


Nabil Salameh, libanese, da molto tempo in Italia e Michele Lobaccaro impongono con questo lavoro Bari, la città dove vivono, come un territorio naturalmente aperto alle suggestioni di etnie diverse, in un continuo avvicendarsi di suggestioni world che hanno affascinato musicisti come Noa e Franco Battiato, con i quali i Radiodervish hanno collaborato.
 

‘Human’ raccoglie dieci canzoni dedicate proprio alla necessità di pensare al proprio essere come al protagonista della storia, un ritorno all’intensità del pensiero e delle emozioni come forza pulsante di sviluppo. Con una grande attenzione per i suoni delle culture dei paesi del Mediterraneo, sospinti da un vento elettronico che ci ricorda quanto la nostra metropolitana contemporaneità  sia il risultato di un dialogo continuo tra il passato e il tempo che verrà Così le canzoni sono interpretate in tante lingue differenti, dall’italiano all’inglese, al francese, sino all’arabo, per farci immergere in quella molteplicità dei saperi che rende affascinante il nostro vivere.
 

Ci sono ricordi  d’Oriente  e omaggi a musicisti che, con le loro musiche, hanno raccontato le profondità del sud, come ‘Il lamento dei mendicanti’, la versione di una canzone diMatteo Salvatore. In una dimensione pop, fortemente melodica, che ci fa percepire la bellezza dei panorami che i suoni dei Radiodervish evocano.