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Culture
Salvatore Garau, dalla pittura al cinema

E' uno dei pochi artisti a essersi affermati in diverse discipline creative, anche lontane tra loro. Salvatore Garau, compositore e batterista degli Stormi Six, storico gruppo del rock d'avanguardia, è infatti oggi anche uno dei più apprezzati pittori della generazione di mezzo, con alle spalle mostre prestigiose, tra cui spiccano due partecipazioni alla Biennale di Venezia e diverse presenze nei più importanti musei di tutto il mondo. Ora Garau, che già qualcuno ha accostato a Julian Schnabel per il suo talento cromatico, come il grande pittore americano entra nel mondo del cinema. Lo ha appena fatto con "La Tela", film di cui è ideatore e regista, le cui riprese sono appena terminate e che verrà presentato durante la stagione dei festival del prossimo autunno. Il film, la cui fotografia è curata dal maestro Fabio Olmi, affronta il tema del carcere ed è stato girato nella casa Reclusione "Salvatore Soro" di Massana Oristano.
In attesa del debutto ufficiale del film, il 28 luglio, alle ore 19.00, presso il Museo Diocesano Arborense di Oristano, verrà presentata il dipinto, anche lui intitolato "La tela", che Garau ha dipinto, durante le riprese, insieme a tre detenuti. Si tratta di un enorme lavoro, sviluppato in orizzontale di metri 2x5. Un'esperienza unica, sia per i carcerati sia per lo stesso artista Salvatore Garau, che ha affrontato la reale e inaspettata crisi che nel suo intimo è nata dal condividere e dipingere con artisti non professionisti e, per di più, non liberi.
"L'idea di realizzare una enorme tela all'interno di un carcere di alta sicurezza", racconta Garau, "è stata una sfida che mi ha assorbito totalmente sin da subito. Il progetto iniziale, durante le riprese del film, ha subito diverse e decisive modifiche. Innanzitutto perché pensavo di lavorare con almeno sei detenuti. Alla vista della grande tela tre di loro hanno però rifiutato, non saprei dire se intimoriti dalla totale libertà di esprimersi che offrivo loro, o dalla soggezione che incuteva l'enorme superficie bianca. Con soli tre pittori anche il mio intervento si è radicalmente modificato: non potevo più aiutarli solamente a connettere le loro singole pitture sparse sulla tela, ma ho dovuto pensare a un intervento da parte mia molto più intenso". L'opera non poteva avere uno schema preciso, ma doveva affidarsi all'intuizione e alle idee del momento. Aspetto non semplice perché tutto veniva inevitabilmente filtrato dalle sensazioni e dalle emozioni di chi vive in un contesto in cui si è privati della propria libertà.
Continua l'artista. "La creatività è apertura artistica e spirituale. La Tela, ancor prima che un progetto creativo, è stato un equo dare e avere fra chi per la società è libero, e chi non lo è. Una differenza che tuttavia si annulla quando a dominare è l'arte. Uno scambio di energie che è avvenuto sulla superficie bianca di una grande tela".
Nel corso del vernissage del dipinto, saranno trasmessi alcuni brani della colonna sonora del film  "La Tela": Stabat Mater (Tradizionale, arrangiamento Gian Paolo Mele) coro Maurizio Carta; Flow my tears (John Dowland) arrangiamento e chitarre Francesco Zago, mezzosoprano Rachel O'Brien; La Tela (Andrea Cutri, Salvatore Garau) chitarra Andrea Cutri.

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