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Davos. Il capitalismo è sbagliato diseguaglianze, povertà e drammi sociali

Il capitalismo sembra essere sempre più sconnesso all’economia reale.

Come d’abitudine Oxfam, alla vigilia del grande appuntamento in Svizzera a Davos dove si incontreranno gli uomini più ricchi e potenti del pianeta,ha lanciato il suo avvertimento/suggerimento ai partecipanti.

 

E questa volta il messaggio è davvero forte e preoccupante.

 

Infatti,ci sono voluti ben 50 anni( il meeting è al traguardo del mezzo secolo) per far dire indirettamente all’osservatorio,  in occasione del 50esimo anniversario dell’appuntamento svizzero, che il capitalismo così com’è è profondamente sbagliato.

Mai come adesso infatti le diseguaglianze sono aumentate e soprattutto sono sempre più evidenti.

Davos. Il capitalismo ha fallito su diseguaglianze ed ambiente

2000 persone concentrano una ricchezza pari a quella di 4,6 miliardi di altre persone. In Italia, ad esempio, l’1% degli italiani detiene quanto il 70% della popolazione.

E questo drammatico squilibrio si ribalta sulla precarietà di donne e giovani che guadagnano in media (quelli che hanno la fortuna di avere un lavoro qualsiasi), qualcosa come 800 euro lordi. E così quasi il 30% è in una situazione di povertà lavorativa e conseguente è incentivata o costretta sempre di più ad abbandonare gli studi. Senza dimenticare i temi della fame e della sanità.

 

Questa volta l’appuntamento, normalmente una importante passerella tra capitali e capitalisti, ha una grande responsabilità: quella di trovare una strada e soprattutto la volontà (sempre difficile) di identificare un modello di capitalismo, un modello economico sostenibile che possa ridurre le diseguaglianza e molto altro.

Il molto altro tocca i temi della corruzione, diffusa in molte economie del mondo, che intacca i diritti umani e il vivere democratico e soprattutto il problema ambientale, un problema la cui soluzione non è più differibile.

Davos. Il capitalismo ha fallito su diseguaglianze ed ambiente

E che non sia più differibile( il rischio è la morte del Pianeta) se ne sono accorti pure i poteri forti, quelli veri, come il Fondo Black Rock, la più grande società di investimento nel mondo con sede a New York.  Una società che gestisce un patrimonio totale di oltre 6000 miliardi $, di cui un terzo in Europa e quotata alla Borsa di New York.
Il Fondo ha sorprendentemente cominciato a lanciare un messaggio ai suoi investitori, quello di cominciare a concentrarsi su progetti che intervengano sui problemi ambientali del pianeta.

 

Ormai sono in tanti quelli che concordano sul ripensare a come salvare il Pianeta, sia dal punto di vista climatico sia dal punto di vista sociale. Occorre pensare ad un diverso modelli di redistribuzione delle ricchezze, ad una prosperità più allargata.

Così com’è il capitalismo attuale ha fallito su entrambi gli obiettivi.

 

Non è più possibile immaginare che l ricchezza delle imprese sia soltanto determinata dai valori intangibili espressi dalla Borsa e non dalla produzione reale.

E’ difficile capire come e perché le società più capitalizzate al mondo siano le grandi realtà del mondo internet che nulla producono per la società e niente hanno a che fare con il salvataggio del pianeta.

 

I partecipanti di Davos dovrebbero discutere di come creare un modello di sviluppo economico e sociale con nuovi parametri.

Parametri che permettano di dividere maggiormente i benefici ottenuti migliorando ambiente, sociale e politica.

 

Altri temi sul tavolo di Davos: come far pagare le tasse ai giganti del web e alle classi più ricche.

Tutti i buoni propositi ma davvero i grandi della terra vorranno cambiare lo status quo che li privilegia ormai da decenni?

 

 

 

 

 

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    davoscapitalismoambientediseguaglianze


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