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E-work punta all'internazionalizzazione partendo dalla Polonia

E-work - gruppo italiano specializzato nella consulenza, somministrazione di lavoro e gestione di soluzioni HR per grandi aziende e multinazionali - di recente ha dato vita a un piano di internazionalizzazione, con l’acquisizione della prima società in Polonia. L’operazione è stata conclusa con un investimento di 2 milioni di euro. Nuove acquisizioni, information tecnology e selezione del personale: in che direzione stiamo andando? Lo abbiamo chiesto a Paolo Ferrarese, Direttore Generale di e-work e Presidente di e-work HR Poland. L'intervista

Gruppo e-work ha messo in atto un piano di internazionalizzazione. Come mai questa scelta? 
Per una società che ambisce a diventare una HR company quindi in grado di fornire tutti i servizi di risorse umane alle aziende, i mercati esteri offrono interessanti prospettive di sviluppo e di diversificazione. Crediamo che la recente esperienza dell' emergenza Covid abbia dimostrato che resiste sul mercato chi riesce a sviluppare più prodotti e più mercati contemporaneamente.

Voi avete sempre puntato sull’alta specializzazione. Sarà il tratto distintivo anche di questo processo?
Sì puntare sulla specializzazione ci permette di rispondere alle esigenze di mercato reperendo anche profili professionali complessi. Il progetto polacco si focalizza su tre linee di sviluppo verticale: il medical (sia per soggetti pubblici che per privati), la logistica su gomma e l’innovazione tecnologica.

Perché avete deciso di partire dalla Polonia?
La Polonia è un mercato con regole molto chiare, meno burocratizzato e con un livello di scolarizzazione tecnico-scientifica molto alto. Non è difficile trovare profili altamente specializzati, soprattutto nei mestieri dell’ ICT. 

Come sarà il rapporto tra l’Italia e “e-work HR company Poland”?
In Polonia abbiamo acquisito una società attiva già da 20 anni. Supporteremo i nuovi colleghi nelle nuove iniziative ma abbiamo intenzione di valorizzare il lavoro già fatto. Di sicuro sui grandi Clienti della consulenza direzionale, che prima di noi hanno aperto branch in Polonia, si possono creare delle sinergie importanti lavorando lì con Clienti acquisiti in Italia e viceversa. 

Che differenze ci sono, secondo lei, tra il mercato del lavoro italiano e quello polacco?
Il mercato polacco più di altri ha puntato sulle competenze tecnologiche. Qualche decennio fa le grandi aziende delocalizzavano per questioni di costo del lavoro. Oggi il costo del lavoro polacco è abbastanza allineato ad altri paesi europei, ma in Polonia c’è sicuramente un livello di specializzazione su alcune filiere che è difficile trovare altrove. Il problema odierno del mercato del lavoro polacco è infatti trattenere le persone più formate, che cercano lavoro in Germania, Regno Unito e Paesi Scandinavi.

Pochissimo ormai il movimento verso l’Italia ma un numero discreto di ingegneri e tecnici Italiani sta guardando con favore alle opportunità che offre il mercato polacco, soprattutto nelle grandi aree urbane.

Come si svilupperà la selezione del personale in ambito medico? Sta cambiando a causa dell’emergenza in corso?
L’emergenza in corso ha ridotto il ricorso alle figure molto specializzate in ambito medico e incrementato la domanda per personale infermieristico. Nelle ultime settimana però si sta tornando rapidamente alla normalità. Va precisato che si tratta di un mercato molto regolato e soggetto a procedure rigide, vista la tipologia di servizio erogato all'interno del quale la nostra società si è affermata per chiarezza di regole, trasparenza e controlli. 

Per il futuro il suo gruppo sta puntando molto sull’information tecnology. Che ritorno vi aspettate?
I più grandi player dell’informatica e della consulenza hanno filiali in Polonia spesso più articolate di quelle che hanno in Italia. Ci aspettiamo (ed in parte stiamo avendo) ritorni sul reclutamento di figure senior per la Cybersecurity, la Blockchain, l’innovazione di processo e la system integration, senza dimenticare i blue collar ad alta specializzazione. Molto dipenderà dall' andamento del mercato dell’ automotive, uno dei settori trainanti dell’economia polacca.

Quali sono  i prossimi passi  a livello di nuove acquisizioni?
Fino a prima dell’emergenza Covid i mercati più interessanti per lo staffing erano sicuramente Svizzera, Turchia, Russia e Regno Unito, con un occhio al Nord Africa. Oggi il mercato va nuovamente osservato: è ancora presto per capire come sia cambiato dopo la fase che abbiamo appena attraversato.

 

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    paolo ferraresedirettore generalee-work


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