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Economia
5g, Huawei: "Nessuna intenzione di lasciare l'Italia"

Riguardo all'audizione effettuata oggi alla Camera da Luigi De Vecchis, presidente di Huawei Italia, "l'azienda riafferma ilproprio impegno nel Paese, sulla base di una presenza di 15 anni all'insegna della collaborazione e della crescita": lo si legge in una nota dell'azienda in cui si aggiunge che "Huawei non ha alcuna intenzione di lasciare l'Italia, che e' uno dei mercati piu' importantiin Europa e nel mondo". "Le dichiarazioni del Presidente - prosegue la nota - facevano riferimento a un caso teorico e non hanno alcuna connessione con le politiche di cybersecurity che il Governo mettera' in atto. Huawei supporta tutti i passi necessari per proteggere la sicurezza nazionale. Gli investimenti di Huawei in Italia sono confermati cosi' come la fiducia in un ambiente aperto e collaborativo".

LE DICHIARAZIONI PRECEDENTI

 "Se Huawei fosse discrimanata chiuderemmo la macchina e lasceremo l'Italia, perché se non c'è business le aziende non nascono per fare beneficienza. Mi dispiace ma doverlo dire ma quei mille impiegati italiani dovrebbero trovarsi un altro lavoro e quegli investimenti, circa 500 milioni l'anno e 6 miliardi in Europa, se ne andrebbero da un'altra parte. Il rammarico rimane perché le amministrazioni tedesche, francesi, spagnole e inglesi stanno rispondendo in un certo modo". A dirlo è stato Luigi De Vecchis, presidente di Huawei Italia, in audizione nelle commissioni Affari costituzionali e Trasporti della Camera sul decreto Cybersecurity. Sulla posizione degli Stati Uniti rispetto a Huawei, De Vecchis ha precisato" che questa è una battaglia geopolitica della quale la Huawei è il caproespiatorio. Stiamo parlando della prima e della seconda potenza al mondoe di due Paesi che per quello che stanno facendo stanno mettendo in crisi l'intero mondo (il riferimento è alla guerra dei dazi). Non possiamo dar credito a un signore (il segretario di Stato Usa MikePompeo) che viene qui a fare una serie di interventi diversi e poitra le righe dice fuori Huawei dalla pubblica amministrazione. Quello che c'è nelle nostre reti c'è in tutte le altre reti perché viene deciso in un comitato dove ci sono solo tecnici e scienziati. Poi Pompeo può dire quello che gli pare, io ovviamente non sono d'accordo con lui".

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