Alenia non trova operai in Puglia. E assume 100 rumeni
In un Paese con un tasso di disoccupazione al 12,7%, dove 43 giovani su 100 sono a spasso, la storia che arriva da Grottaglie, cittadina pugliese che ospita uno stabilimento dell'Alenia Aermacchi, ha dell'assurdo e mette in evidenza un problema da non sottovalutare.
Ma andiamo con ordine. L'azienda che produce componenti per il Boeing si è trovata a inizio anno a dover fronteggiare dei picchi di produzione e si è così messa alla ricerca di un centinaio di interinali. Solo che nessuno dei disoccupati locali ha risposto all'annuncio, lasciando così i posti a 100 operai specializzati rumeni che da gennaio lavorano nello stabilimento.
Va detto, e questo è il problema da non sottovalutare, che l'assurdità non è da imputare alla svogliatezza dei giovani pugliesi, ma alla scarsità, nel nostro Paese, in particolare nel Sud Italia, di operai con una specializzazione del tipo richiesto. Tanto che lo stesso problema si è già posto per altri stabilimenti dell'Alenia.
Secondo quanto racconta la Gazzetta del Mezzogiorno, la stessa cosa è successa nel 2013 nello stabilimento di Venegono, in provincia di Varese, dove furono assunti una settantina di operai e tecnici rumeni. Ed è successo anche in Puglia, a Foggia, nel 2012, quando dalla Romania furono chiamati 37 montatori aeronautici.
Solo che a Grottaglie la cosa ha sollevato un vespaio di polemiche. Non solo perché il numero di specialisti rumeni è pari alla somma di quelli chiamati a Varese e Foggia, ma soprattutto perché lo stabilimento in questione, oltre ad essere il più importante del gruppo, è sorto grazie ai finanziamenti europei e statali e si è sviluppato anche grazie ai contratti di programma stipulati con la Regione Puglia.
Quello che si imputa alla Regione è dunque come mai, visto la disoccupazione locale al 20%, non si sia ancora attrezzata per formare operai specializzati.