Alitalia, sì dei soci all'aumento capitale. Il Cda annuncia le dimissioni

Si' all'unanimita', dall'assemblea dei soci di Alitalia, all'aumento di capitale fino a 300 milioni di euro. I soci avranno trenta giorni da domani per sottoscrivere le azioni di nuova emissione. Al contempo il cda Alitalia, in vista del mutamento dell'assetto proprietario, ha rassegnato "irrevocabili dimissioni" con effetto dalla data dell'assemblea "che sara' convocata subito dopo l'esecuzione dell'aumento di capitale".
La delibera assembleare schiude formalmente le porte a Poste Italiane, come deciso dal cda di venerdi' 11 ottobre, per 75 milioni e una garanzia di 100 milioni sull'inoptato da parte di Intesa Sanpaolo e Unicredit. Si spiega che "subordinatamente all'approvazione dei propri organi deliberanti e' previsto che Poste Italiane garantisca la sottoscrizione di complessivi 75 milioni di euro dell'aumento di capitale rimasti eventualmente inoptati e Intesa Sanpaolo e Unicredit, garantiscano la sottoscrizione di massimi 100 milioni di euro dell'eventuale ulteriore inoptato".
Caute le reazioni a Bruxelles: "Il semplice fatto che una misura in favore di un'impresa venga da un'impresa pubblica e non da uno Stato, non esclude che si possa trattare di un aiuto di Stato," ha detto Antoine Colombani, portavoce Ue alla concorrenza sottolineando che "l'elemento chiave per stabilire se c'e' un aiuto di stato e' verificare se l'entita' pubblica interviene come lo farebbe un investitore privato secondo il principio dell'investitore in un'economia di mercato (market economy investor principle". Colombani osserva che "in questo caso non c'e' aiuto di stato".
Rimane poi da chiarire se, e nel caso a quali condizioni, Air France-Klm sottoscrivera' la propria quota dell'aumento di capitale valutata in 75 milioni. Il gruppo franco-olandese ha un mese di tempo per decidere. Certo e' che, dopo tredici ore di trattativa (la riunione di tre ore del cda e dieci ore di assemblea), gli azionisti italiani e d'oltralpe dovrebbero aver raggiunto un accordo di massima. Un'intesa che, nell'arco di un mese, deve prendere corpo per definire un piano industriale, il nuovo assetto azionario, la futura governance e probabilmente anche un nuovo management.
Intanto il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, a nome del governo si dichiara favorevole all'integrazione di Alitalia in un grande operatore internazionale da realizzare "in tempi brevi". "L'Italia non e' azionista di Alitalia", ha rilevato, e l'opzione "stand alone" scelta in passato "e' completamente cambiata". "L'idea di un'Alitalia che rimanga da sola, scelta fatta in passato - ha aggiunto - e' completamente cambiata: si cerca una forma di partnership a livello internazionale. L'accusa di protezionismo e' frettolosa e le reazioni del mercato sono premature".