Altro che tregua, Trump torna a picchiare sui dazi e l’Europa incassa: così parte la spirale delle ritorsioni - Affaritaliani.it

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Altro che tregua, Trump torna a picchiare sui dazi e l’Europa incassa: così parte la spirale delle ritorsioni

L’obiettivo di togliere i dazi su prodotti industriali (quello che l’UE voleva) sembra sempre più lontano. L'analisi di Saverio Berlinzani (ActivTrades)

di Saverio Berlinzani*

Trump rilancia la guerra dei dazi: addio dialogo con l'Ue, è tornato il protezionismo

Un funzionario europeo vicino al Commissario Sefcovic aveva dichiarato, la settimana scorsa, che i negoziati con gli Usa sui dazi sarebbero potuti saltare in ogni momento. Infatti, durante il fine settimana, abbiamo assistito alla nuova stangata annunciata da Donald Trump, che da oggi alzerà nuovamente i dazi su alluminio e acciaio dal 25% al 50%, riportando i mercati in piena avversione al rischio, con un aumento della tensione tra Usa e i partner commerciali, Ue e Cina in testa. Una minaccia esplicita, che fa seguito alla decisione della corte federale di imporre la sospensione dei dazi, per ora stoppata dalla corte d’appello.

Le speranze europee di segnali di distensione da Washington, riaccese appena una settimana fa da una telefonata tra il Presidente e Ursula von der Leyen, si sono affievolite. L'annuncio dell'inquilino della Casa Bianca di aumentare la pressione sui settori acciaio e alluminio, rimasti fuori dal perimetro della Corte federale americana, allontana l'obiettivo 'dazi zero' sui beni industriali inseguito da Bruxelles. E pone dei seri rischi sulla continuazione dei negoziati, aprendo la strada alla spirale delle ritorsioni.

L’entrata in vigore dei dazi USA su acciaio e alluminio rappresenta, di fatto, un chiaro segnale di ritorno a politiche commerciali neo-protezioniste. Nel breve termine, la misura potrebbe offrire supporto ai titoli del settore siderurgico domestico, grazie alla prospettiva di maggiori quote di mercato.  Tuttavia, il potenziale rialzo dei costi di input per settori come quello dell’automotive, edilizia e macchinari rischia di ridurre i margini, soprattutto per i produttori orientati all’export. A livello macro, l’inasprimento commerciale aumenta l’incertezza e potrebbe tradursi in una maggiore volatilità su indici come S&P 500 e DAX. In Europa, compagnie come ArcelorMittal e Voestalpine potrebbero essere esposte a rischi di ribassi nel caso di ritorsioni o minore accesso al mercato USA. Gli indici da osservare sono soprattutto l’S&P 500, il Dax e i listini di Cina e Giappone.

I future sul tondino d'acciaio sono risaliti verso i 3.000 CNY per tonnellata mercoledì, recuperando dai minimi plurimensili toccati all'inizio della settimana. Si prevede che l'aumento dei dazi farà aumentare i prezzi dell'acciaio negli Stati Uniti, aumentando al contempo la pressione sui mercati globali, in particolare sulla Cina, che si trova ad affrontare il peso maggiore della misura commerciale. All’inizio di questa settimana, per la verità, i prezzi dell'acciaio erano crollati, a causa dei crescenti timori di una domanda più debole.

*analista di ActivTrades

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