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Economia
Antitrust: multa Tim 116 mln, ha ostacolato lo sviluppo della fibra

L'Antitrust ha inflitto a Tim una multa da 116 milioni di euro per aver "posto in essere una strategia anticoncorrenziale preordinata a ostacolare lo sviluppo in senso concorrenziale degli investimenti in infrastrutture di rete a banda ultra-larga". E' quanto si legge in una nota dell'Autorita'.

 "La competizione nel settore delle Tlc, ancor piu' che in termini di prezzi e tariffe", si legge nel comunicato dell'Authority, "si manifesta oggi in termini di qualita' dei servizi, investimenti e innovazione. In questa prospettiva l'Autorita' ha ritenuto di dover sanzionare le condotte di Tim volte a ritardare nelle aree dove ce ne sarebbe stato piu' bisogno lo sviluppo della fibra nella sua forma piu' innovativa, ovvero l'Ftth (Fiber To The Home). Trattasi delle cosi' dette aree 'bianche', quelle aree cioe' dove, in assenza di sussidi, il mercato non giustificherebbe l'infrastrutturazione innovativa". (AGI) In particolare, rileva l'Antitrust, "le condotte di Tim sono risultate indirizzate a preservare il suo potere di mercato nella fornitura dei servizi di accesso alla rete fissa e dei servizi di telecomunicazioni alla clientela finale. Tim ha posto ostacoli all'ingresso di altri concorrenti, impedendo sia una trasformazione del mercato secondo condizioni di concorrenza infrastrutturale, sia il regolare confronto competitivo nel mercato dei servizi al dettaglio rivolti alla clientela finale". L'Autorita', si legge nel comunicato, "ha accertato che Tim ha ostacolato lo svolgimento delle gare, indette nell'ambito della Strategia nazionale banda ultra-larga del Governo, per il sostegno agli investimenti in infrastrutture di rete a banda ultra-larga nelle aree piu' svantaggiate del territorio nazionale (cosiddette aree bianche). In particolare, Tim ha deciso una modifica non profittevole dei piani di copertura di tali aree durante lo svolgimento delle le gare ed ha intrapreso, contestualmente, iniziative legali strumentalmente rivolte a ritardare le medesime. Tale comportamento appare particolarmente grave in quanto i suddetti ritardi producono i loro effetti in una situazione complessiva che vede il nostro Paese gia' strutturalmente indietro di ben 18 punti percentuali rispetto alle altre economie europee in termini di copertura della Ftth. Penultimo, seguito solo dalla Grecia". L'Antitrust rileva che "al momento dell'avvio della strategia anti-competitiva, a fine 2016, solo il 18% circa delle unita' immobiliari era coperta da una rete in fibra ottica, un dato al di sotto della media dell'Ue, pari al 22%. Un divario", sottolinea l'authority, "che non si e' attenuato nei due anni successivi, quando le stesse percentuali di copertura sono passate rispettivamente al 23% per l'Italia e al 29% per l'Ue. Piu' evidente ancora il divario di prestazioni che si registra in termini di tasso di penetrazione tra gli utenti. A dicembre 2016, meno del 3% delle linee fisse a banda larga attive in Italia supportava velocita' di download superiori a 100Mbps, laddove la media Ue era gia' pari al 17%. Gli stessi dati, a fine 2018, erano pari rispettivamente al 18% e al 30%".

Secondo l'Antitrust, "Tim ha inoltre operato una rimodulazione della propria offerta di servizi di accesso alla rete in fibra ottica, valida per l'intero territorio nazionale, tesa a prosciugare preventivamente il bacino di domanda contendibile dagli altri operatori, anche attraverso un abbassamento al di sotto del livello di costo dei prezzi di alcuni servizi. Sul mercato dei servizi di telecomunicazioni alla clientela finale, Tim ha immesso in commercio offerte promozionali inclusive di elementi idonei a legare contrattualmente il cliente per una durata temporale eccessiva". L'Autorita', spiega la nota, "ha deciso di imporre una sanzione pecuniaria di circa 116 milioni di euro, bilanciando la necessita' di garantire la necessaria deterrenza rispetto a possibili future condotte con l'esigenza che la sanzione non sia ingiustificatamente afflittiva. A quest'ultimo proposito", aggiunge il comunicato, "si e' tenuto conto, tra l'altro, del comportamento tenuto da Tim nella fase finale dell'istruttoria, atteso che la medesima si e' mostrata attenta ad assicurare che le offerte promozionali presentassero delle condizioni economiche complessive replicabili da altri operatori concorrenti". D'altra parte, prosegue l'Antitrust, "le evidenze agli atti non hanno consentito di ritenere confermata l'ipotesi istruttoria formulata nel provvedimento di estensione oggettiva, in ordine al profilo per il quale la strategia abusiva sarebbe stata realizzata anche mediante l'utilizzo delle informazioni privilegiate riguardanti la clientela degli operatori alternativi nel mercato retail. Gli elementi istruttori raccolti riguardo a tal ultima condotta non hanno permesso, infatti, di ritenere che il fenomeno delle malpractice sia riconducibile nell'ambito del complesso disegno strategico configurato e posto in essere da Tim, mostrando invece una preoccupazione piuttosto forte in Tim rispetto al fenomeno in questione". Allo stesso tempo, afferma ancora l'Autorita', "non e' apparsa imputabile a Tim neppure un'inerzia rispetto al prodursi del fenomeno, considerate le numerose iniziative poste in essere da Tim aventi una finalita' di contenimento del rischio di utilizzo strumentale delle informazioni sulle attivita' di rete". La sanzione conclude l'Antitrust potra' essere pagata entro il 1 ottobre 2019. Un lasso di tempo piu' lungo, conclude la nota, concesso "in considerazione delle gravi difficolta' che sta affrontando il sistema produttivo del nostro paese, derivanti dalla straordinaria emergenza epidemiologica da Covid-19, nonche' dell'importo elevato". 

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