ArcelorMittal vende le attività negli Stati Uniti
ArcelorMittal ha concordato la vendita di attività negli Stati Uniti a Cleveland-Cliffs per una somma di 1.400 milioni di dollari (1.204 milioni di euro), come riportato lunedì dal colosso dell'acciaio che ha specificato che l'operazione sarà effettuata attraverso una combinazione di contanti e azioni.
In particolare, circa un terzo del corrispettivo è costituito da contanti in anticipo, 505 milioni di dollari 434 milioni di euro, mentre i restanti due terzi sono rappresentati da 78 milioni di azioni ordinarie di Cleveland- Cliffs del valore di 500 milioni di dollari (429 milioni di euro) e da azioni privilegiate senza diritto di voto scambiabili con circa 58 milioni di azioni ordinarie di Cleveland-Cliffs per un valore complessivo di 373 milioni di dollari (320 milioni di euro) o un equivalente in contanti.
Il titolo vola in borsa
Dopo l'annuncio della transazione, le azioni ArcelorMittal hanno iniziato la corsa alla borsa di Amsterdam. A metà giornata il titolo ha raggiunto il +9.33%7,36% e viene scambiato ad un prezzo di 11.272 euro.
Le parole di Benaglia, segretario generale Fim Cisl
“C’è bisogno, per una importante realtà industriale e tecnologica, di grande capacità manageriale. Non ci basta l’ingresso dello Stato come garanzia. Non siamo noi a cacciare nessuno, non può essere il sindacato, chiediamo però conto di come i piani industriali siamo gestiti. Non basta vederli sulla carta ma ci vogliono manager all’altezza”. Lo ha detto oggi a Taranto, a proposito di ArcelorMittal, il segretario generale Fim Cisl, Roberto Benaglia, rispondendo alla domanda se oltre all’ingresso dello Stato nella società siderurgica - così come si va profilando -sia anche necessario in rinnovamento della guida dell’azienda.
“Noi pensiamo che il management di Mittal sicuramente ha dovuto gestire una fase anche critica e non l’ha gestita bene - ha detto il numero 1 dei metalmeccanici Cisl -. È chiaro che gran parte dei problemi di questo 2020, la grande cassa integrazione, derivano dal fatto che la domanda di acciaio è crollata nel mondo, e questo è un fatto oggettivo. Piove sul bagnato. Ma bisogna di costruire un clima di prospettiva industriale”.
“Per questo pensiamo che non deve essere fatto un incontro tra sindacati, Governo e Mittal ma più incontri che portino ad un nuovo piano industriale condiviso con tutti” ha rilevato Benaglia. “Questo è un tema cruciale che, a carte scoperte, vogliamo poter confrontare con gli esponenti del Governo - ha aggiunto -. Col Mise e con Palazzo Chigi. Siamo assolutamente favorevoli ad un ingresso dello Stato in una realtà industriale che ha bisogno di essere sostenuta. Ma da solo o con altri soggetti industriali? Con Mittal o con altri soggetti industriali? Non sono cose che si possono decidere ai calci di rigore”, ha detto ancora Benaglia.
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