Arnault non è il benvenuto in Belgio. Il ricco coglione ancora senza patria

In fuga dal fisco francese, il miliardario Bernard Arnault è ancora alla ricerca di una nuova patria. Il procuratore di Bruxelles incaricato di pronunciarsi sulla domanda di naturalizzazione ha dato parere contrario. I critici, accusano il patron di Lvmh di voler cambiare Paese solo per fini fiscali. Non è un caso che la domanda di Arnault sia partita poco dopo la vittoria presidenziale di Hollande (e la sua tassa sui super-ricchi). Un "esilio" che era costato al miliardario francese il duro attacco di Liberation, che in prima pagina aveva intimato: "Casse-toi riche con", vattene ricco coglione.
Per Arnault, nonostante il parere contrario (ma non vincolante) dei magistrati, non è detta l'ultima parola. La decisione spetta al Comitato di naturalizzazione della Camera dei Deputati. Il procuratore belga aveva già emesso un primo parere negativo all'inizio di gennaio perché l'uomo d'affari non poteva provare di aver risieduto in Belgio per il periodo richiesto, almeno tre anni.
Per ora, l'imposta del 75% sui redditi superiori al milione di euro sembra tramontata. Ma Hollande ha promesso di tornare sulla questione. Una prospettiva che non ha fatto demordere Arnault. Il numero uno di Lvmh è ormai, insieme al nuovo "russo" Gerard Depardieau (che dopo il rifiuto belga si è rifugiato in Cecenia), il simbolo della lotta dei ricchi contro Hollande.