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Economia
Aspi, Ue a gamba tesa sulla vendita. Al governo 10 settimane per rispondere
(fonte Lapresse)

Non bastavano soltanto i problemi di valutazione dell’asset da vendere, ovvero l’88% di Autostrade per l’Italia (Aspi) che negli accordi fra il gruppo Atlantia controllato dalla famiglia Benetton e il Governo deve tornare nell’alveo pubblico attraverso l’acquisizione da parte di una cordata di investitori capitanata da Cdp. E non bastava neanche il caos politico che porta in dote anche incertezza sui rinnovi fra tre mesi dei vertici della Cassa che deve comprarsi per una cifra compresa fra gli 8 e i 10 miliardi Aspi, vendita su cui già incombono anche una serie di intoppi burocratici.

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Ora, un po’ a scoppio ritardato (visto che i piccoli azionisti di Atlantia si sono mossi oltre un anno fa), anche la Commissione europea ci ha messo il suo carico da novanta, un intervento a gamba tesa che complica ulteriormente la vendita. Secondo quanto anticipato stamane dal Corriere della Sera, Bruxelles ha spedito una lettera al governo italiano, quali che siano le gravi responsabilità dell'azienda della galassia Benetton nel crollo del Ponte Morandi, chiede all’esecutivo di giustificare la propria condotta.

Sul bancone degli imputati sono finite, come aveva in particolare preso di mira il fondo britannico Tci, azionista di minoranza di Atlantia, le modifiche normative introdotte dal decreto Milleproroghe del 2019. Misura che, introducendo unilateralmente nuove disposizioni su revoca ed eventuali indennizzi, potrebbe, a detta dell'esecutivo comunitario, “costituire restrizioni alle libertà del mercato interno, in particolare la libertà di stabilimento e la libera circolazione dei capitali”. Principi cardine del diritto europeo. 

Ora, secondo quanto rivela l'agenzia Radiocor, la Commissione ha dato dieci “settimane” di tempo al governo per rispondere ai rilievi sulle misure legislative italiane sui diritti di concessione autostradale. Nella lettera dei servizi dell'esecutivo comunitario, viene indicato che le modifiche delle norme italiane "potrebbero incidere sui diritti dei concessionari derivanti dai contratti di concessione e sui loro investitori, potrebbero costituire restrizioni alla libertà del mercato interno in particolare la libertà di stabilimento e la libera circolazione dei capitali".

Conte De micheli
 

Sarebbero vietate a meno che non ci siano ragioni di ordine pubblico, di pubblica sicurezza e di sanità pubblica o da motivi imperativi di interesse generale. Secondo i servizi Ue, "le modifiche normative sembrano essere tali da incidere sulla posizione di coloro che hanno fatto affidamento sul precedente regime di concessione e in particolare sulle disposizioni contrattuali potenzialmente piu' favorevoli in materia di indennizzi o estinzione anticipata della concessione". Bruxelles chiede quindi una spiegazione dei motivi delle modifiche del regime tariffario dei contratti di concessione esistenti, delle nuove procedure che disciplinano l'estinzione anticipata delle concessioni, il calcolo e il pagamento di indennizzi. Inoltre, chiede in che modo si accerterebbe la violazione degli obblighi del concessionario, che farebbe scattare tali misure.

Poi, Bruxelles indica che le parti che hanno reclamato sostengono che le modifiche sono avvenute "in modo inaspettato e non hanno tenuto conto della loro particolare situazione prevedendo disposizioni transitorie o indennizzi adeguati". Se così fosse, potrebbe esserci una violazione dei principi di certezza del diritto e della tutela del legittimo affidamento. Di sui la richiesta di capire come il decreto garantisce il rispetto di tali principi.

Infine, i contratti di concessione. Bruxelles ricorda che quelli autostradali sono disciplinati dalla direttiva del 2014: prevede siano aggiudicate con procedura di gara a evidenza pubblica che garantisca parità di trattamento e trasparenza. "Le aggiudicazioni dirette sono eccezionali e consentite solo in casi specifici". Il decreto Milleproproghe stabilisce che in caso di risoluzione della concessione da parte del governo, Anas puo' assumere la gestione dell'autostrada per il tempo strettamente necessario all'individuazione di un concessionario mediante procedura di gara".

"I servizi della Commissione considerano che tale assegnazione provvisoria all'Anas di una concessione potrebbe equivalere a una aggiudicazione diretta che in linea di principio è incompatibile con la direttiva, se avesse una durata superiore al tempo strettamente necessario all'individuazione del nuovo concessionario mediante procedura di gara e/o se tale assegnazione provvisoria fosse associata a una modifica sostanziale della concessione".

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