Assemblea Confindustria, Boccia: più crescita, meno debito ed Europa coesa
Assemblea Confindustria: appello di Boccia alla politica per piani di lungo periodo. Al centro crescita e lavoro per Italia protagonista in Europa e nel mondo
Assemblea generale di Confindustria 2019: tra i 2500 ospiti tanti politici, da Mattarella a Conte, da Di Maio a Zingaretti. Assente Salvini. In platea banchieri, imprenditori e industriali tutti concordi sul bisogno di risposte dalla politica per recuperare la competitività delle imprese sul piano internazionale
Nella cornice dell’auditorium Parco della Musica di Roma, ad aprire l’Assemblea il Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia. Di fronte a una platea di 2.500 invitati, il numero uno di Confindustria ha insistito sulla necessità di votare per un’Europa più coesa con l’Italia protagonista. In prima fila il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, accolto da un lunghissimo applauso, il premier Giuseppe Conte e il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio.
Confindustria, Boccia: per l’Italia tre obiettivi “più crescita, più lavoro e meno debito”
Il focus di Boccia è andato all’idea di futuro, a partire da un presente in cui l’Italia è la seconda manifattura in Europa, un elemento di cui andare orgogliosi e dal quale ripartire per crescere, con al centro il lavoro e i giovani. “L’Italia non deve rassegnarsi al declino ma recuperare lo spirito del dopoguerra e, con un cambio di marcia, lavorare unito per la ripresa con tre obiettivi: più crescita, più lavoro e meno debito”. Alla vigilia delle elezioni europee il Presidente di Confindustria ha dunque lanciato dal palco e dai microfoni di Affaritaliani.it un appello alla politica italiana: “Abbiamo lanciato una sfida alla politica per recuperare il divario tra il presentismo e le strategie di lungo termine. Dobbiamo cominciare a ragionare su cosa deve essere il Paese tra 20 anni e a costruire delle politiche che possano portare a quell’idea. Al centro di tali strategie la centralità del lavoro e l’idea di sacrificio”. È un invito quello del Presidente Boccia a essere realistici e pragmatici: “Dobbiamo fare i conti con il debito pubblico e le scarse risorse che abbiamo. In base a ciò pensare alla prossima legge di bilancio”. Ultimo elemento imprescindibile per Boccia l’Europa: “Da riformare come luogo ideale in cui costruire una sfida con Cina e Usa. Da soli non ce la faremo in Europa e non ce la faremo nemmeno nel Paese. È finita l’epoca dell’autosufficienza delle imprese e necessario è il confronto con la politica per arrivare a quella crescita che rende possibile l’abbattimento dei divari socio-economici”.
Dal palco Conte ha spiegato la definizione di crescita del Governo quale “un mezzo, e non un fine, per migliorare la qualità della vita di ciascuno”. “La crescita”, ha proseguito il Premier, “è quella che punta alla qualità dei prodotti e a processi sostenibili”. Perché avvenga lo stesso ha rivolto un appello agli imprenditori di questo Paese: “Mi rifaccio al principio della doppia responsabilità per l’imprenditore, una nei confronti della produttività dell’impresa e una verso tutti gli altri stakeholder (fornitori, comunità, ecc.). Nella mia visione la crescita è il mezzo in vista di un nuovo umanesimo che dia valore alla dignità dell’uomo e del lavoratore, che riconosca i diritti della persona ma anche i suoi sogni, come quelli di tanti ragazzi che non trovano occupazione”. Sulle misure sociali del Governo, Conte ha poi concluso: “Sono state fatte per recuperare la fiducia dei cittadini nella politica perché per noi la fiducia è alla base della creazione di un contesto favorevole al prosperare delle imprese”.
Luigi Di Maio, dopo aver ascoltato le parole di Boccia, si è reso disponibile per mettere a punto una cabina di regia con la Confindustria sul tema crescita: “Se siamo qui è per fare sistema e dare un futuro da leader al Paese”. A proposito della riduzione del debito pubblico di Maio ha commentato che questa dovrà “avvenire attraverso gli investimenti e non con i tagli”. Quanto alle imminenti elezioni europee e al futuro dell’Unione il vice premier ha scongiurato un ritorno al protezionismo: “Quello che chiediamo all'Unione europea è una spinta all'apertura del mercato equa e condivisa. In questa direzione è necessario salario minimo europeo. La tutela dell'interesse nazionale passa attraverso la costruzione di un interesse europeo".
Assemblea Confindustria 2019: la parola alle imprese
Presente all'Assemblea Affaritaliani.it ha interrogato le figure chiave dell'industria italiana sulle ricette da adottare per incentivare la produttività delle imprese e la crescita economica del Paese.
“Occorre mantenersi dentro ai parametri condivisi a livello europeo sul rapporto deficit-debito", ha chiesto Luigi Abete, Presidente BNL. "Serve più attenzione alla dinamica sociale perché dobbiamo ricordarci che nei paesi moderni lo stato funziona se c’è una cultura inclusiva”.
Per Gian Maria Gros-Pietro, Presidente Intesa Sanpaolo “la chiave della competitività è la qualità del capitale umano. Bisogna investire sulle persone, lo devono fare le imprese ma anche la PA. L’Europa ci deve aiutare soprattutto nel promuovere gli investimenti e le relazioni internazionali”.
Gabriele Galateri di Genola, Presidente Assicurazioni Generali, a proposito di competitività ha commentato: “C’è una parte importante dell’industria italiana che è competitiva ma occorrono riforme per mantenerla tale. L’Europa deve rafforzarsi e trasformarsi; ciò è determinante per il nostro futuro”.
Raffaele Jerusalmi, AD Borsa Italiana ha rviolto un appello alla politica italiana: “Chiediamo quelle riforme fondamentali per la crescita del Paese, più azione e meno litigiosità. Il mercato dei capitali può contribuire nei momenti di difficoltà e contiamo che il Governo ne aiuti lo sviluppo”.
Emma Marcegaglia, Presidente Eni, ha puntato su ricerca e innovazione, ma anche su "riduzione del costo del lavoro e infrastrutture, sia materiali che immateriali. Si rende necessario adottare una visione di lungo termine per poter competere con Cina e Stati Uniti”.
Maria Patrizia Grieco, presidente Enel, ha suggerito che "non esiste una ricetta per la crescita, ma una serie di provvedimenti, dallo sblocco degli investimenti alla riduzione del cuneo fiscale, da mettere in atto quanto prima”.
Per Gianfranco Battisti, AD FS Italiane, "competere significa investire in tecnologia e innovazione. Abbiamo bisogno di certezza e stabilità delle regole e sostegno alle imprese: questo il nostro appello alla politica”.
Fulvio Conti, Presidente Telecom Italia, ha concordato con Boccia sul bisogno di investire nell’industria che è "fonte di rilancio della nostra economia. Alla politica chiedo che consentano di ridurre il costo del lavoro per dare e noi la possibilità di investire”.
Francesco Caio, Presidente Saipem, ha ricordato che "la tecnologia digitale sta diventando un elemento cruciale per competere. Vanno ammodernate le infrastrutture a livello italiano, europeo e forse mondiale, non solo quelle materiali ma anche quelle immateriali”.
Per Sergio Dompé, Presidente Dompé, “siamo davanti a un problema di visione del Paese. Vogliamo sapere come competere meglio e realizzare politiche che liberano i lacci con cui le imprese sono obbligate a confrontarsi”.
Alberto Bombassei, Presidente Brembo, ha dichirato che “non si tratta di competere tra Paesi, ma come continente. È determinante che alle prossime elezioni vinca l’Europa, non mi interessa il partito ma tengo per l’Europa”.
Anche Mauro Moretti, Presidente Fondazione FS, si è detto d'accordo con Boccia: "Serve più formazione, sostegno a innovazione e ricerca nonché la costruzione di grandi imprese di cui l’Italia ha molto bisogno”.
Secondo Giorgio Fossa, ex numero uno di Confindustria, “per competere l’industria deve sviluppare tecnologie nuove. Al Governo chiediamo di non rimanere isolati per non nuocere alle nostre imprese”.
L'idea di Antonio Patuelli, Presidente ABI, è convergente a quella di Confindustria: "Dobbiamo a tutti i costi favorire la produzione e lo sviluppo per la ripresa della crescita e dell’occupazione”.
L'economista Carlo Cottarelli dalla platea ha ricordato che "bisogna abbattere gli impedimenti alla competitività, come la burocrazia e la tassazione. Per ridurre le tasse è altresì necessario trovare nuove fonti di finanziamento per esempio nella lotta all’evasione fiscale”. Sullo spread in rialzo Cottarelli si è detto pessimista: “Dalle mie previsioni contavo che iniziasse ad aumentare tra l’estate e l’autunno. Siamo ancora a livelli abbastanza sopportabili ma se partiamo già adesso, prima ancora che inizi la discussione sulla legge di bilancio, è un problema”.
Per Mario Resca, Presidente Confimprese, "siamo un grande Paese ma dobbiamo essere aiutati a fare di più dal sistema Italia e dobbiamo fare sistema per superare l’individualismo delle aziende ed essere attrattivi per l’estero”.
Antonio Calabrò, Vicepresidente Assolombarda, ha ammesso che occorre “ragionare con l’orizzonte di un’Europa che funzioni meglio e che sia più efficace. Maggiore democrazia ma anche maggiore intervento per politiche dell’industria, del fisco, del lavoro e della ricerca comuni”.
Maurizio Tamagnini, AD Fondo Strategico Italiano, ha puntato l'attenzione sul made in italy: “Abbiamo circa 3mila aziende del made in Italy che sono il motore del Paese e che bisognare continuare a supportare”.
Gianfelice Rocca, Presidente Techint, ha invitato all'unità dei Paesi europei: “L’Italia da sola, in un mondo che si sta dividendo, rischia moltissimo quindi deve trovare il modo di stringere alleanze. Inoltre dobbiamo investire tantissimo nei giovani e nella ricerca per correggere gli effetti di una globalizzazione mal gestita che ha provocato le diseguaglianze attuali”.
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