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Economia
Aston Martin, la ricetta Ducati fa flop. Ma per Bonomi sarà un successo


Per ora l’ultima mossa di Bonomi non può dirsi troppo fortunata, visto che dal picco di 10,35 sterline toccato il 23 luglio scorso Aston Martin in borsa è poi calata fino a 4 sterline circa a titolo, prima di rimbalzare ieri a 4,697 sterline. In pratica se la valutazione di Aston Martin da parte di Geely o di Stroll non salirà ad almeno 2 miliardi di sterline, Investindustrial perderà soldi su quest’ultimo trading, ma comunque raddoppierà il valore dell’investimento iniziale, garantendosi così una buona plusvalenza.

Il “segreto” di Bonomi, oltre alla pazienza che lo ha portato spesso a scegliere il momento giusto sia per entrare sia per uscire dai suoi investimenti, è quello di essersi sempre concentrato in pochi settori (salute e servizi, beni di consumo e intrattenimento, industria), riuscendo a coinvolgere nel turnaround delle aziende in cui ha investito manager capaci e potendo contare su un network di conoscenze e contatti sia finanziari sia industriali, vedi la partnership di Aston Martin con Daimler, coinvolta nel 2013 come fornitore di motori e componenti elettroniche e fatta entrare nell’azionariato col 4,9%.

Proprio l’approccio più “industriale” che finanziario ha sempre contraddistinto il nipote di Anna Bonomi Bolchini consentendogli di ottenere le migliori soddisfazioni, come nel caso della Ducati, rilevata in stato pre-fallimentare, rilanciata e infine venduta nel 2012 per 800 milioni ai tedeschi di Audi (Volkswagen). Questo ha anche fatto sì che Investindustrial non abbia mai spinto eccessivamente sulla leva finanziaria che, disse una volta Bonomi, “è un freno per l’imprenditorialità e gli investimenti”, dato che “può portare grandi guadagni, ma se qualcosa va male salta tutto”.

Un approccio molto differente da quello di molti colleghi operanti nel private equity e nel venture capital che ha portato, ad esempio, anche ad “accontentarsi” di plusvalenze più contenute oltre che a cedere il controllo a gruppi esteri pur di assicurare la crescita o il rilancio delle aziende in cui Investindustrial ha investito, come nel caso di Stroili (finita in Francia), o di Permasteelisa (rilevata dai giapponesi). E che potrebbe, secondo voci che circolano da tempo, riportare Investindustrial in sella alla Ducati, la cui cessione Audi-Volkswagen starebbe valutando. Paganini non ripeteva mai, chissà se Bonomi questa volta concederà il bis.
 

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