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Economia
Atlantia, i segnali del Governo su Adr e Ponte. Accordo vicino. Il nodo prezzo
(fonte Lapresse)

E’ tutta una questione di prezzo. E il disco verde di tutta la maggioranza di Governo alla proroga biennale di manina renziana delle concessioni aeroportuali ad Aeroporti di Roma (Adr) o la gestione del nuovo viadotto sul Polcevera firmato Renzo Piano ad Autostrade per l’Italia sarebbero segnali che ormai la trattativa fra Chigi e i Benetton, controllata al 30% da Edizione, sulla discesa di Atlantia nel capitale di Aspi è in dirittura d’arrivo. La concessione autostradale rimarrà ad Aspi, ma con un cambio di proprietà del gruppo che consentirà all’azionista pubblico di esprimere Cda e manager.

Atlantia
 

E’ quanto riferiscono fonti parlamentari interne al M5S sulla complessa questione delle concessioni autostradali che oggi ha riacceso la polemica politica dopo la conferma da parte del ministro dei Trasporti Paola De Micheli dell’invio della lettera al commissario del nuovo Ponte di Genova Marco Bucci in cui il Mit,  dopo quasi due anni dal crollo e dopo oltre 9 mesi di dibattito sulla revoca della concessioni ad Autostrade, riaffida l’infrastruttura a chi era finito sul bancone degli imputati per il disastro del Morandi.

“Abbiamo avviato il procedimento per la revoca. Il Governo ha definito le sue condizioni, Aspi faccia sapere se accettano, sennò procederemo con la procedura di revoca. Le proposte di Aspi non sono accettabili, ha indicato ieri in conferenza stampa durante la presentazione del decreto Semplificazioni il presidente del Consiglio Giuseppe Conte

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Secondo quanto riferiscono le fonti, ormai anche i Benetton si sarebbero convinti a cedere la maggioranza del proprio 88% di Atlantia in Aspi, lasciando le leve della governance a F2i che potrebbe agire in tandem con Cdp. Una soluzione che consentirebbe anche al M5S, consapevole ormai delle difficoltà della revoca, di portare a casa quella discontinuità nella gestione Benetton invocata sin dal primo minuto dopo il crollo, con la richiesta della “caducazione” della concessione ad Aspi. 

Ma la logica del cambio della proprietà, anche se sposato dalla controparte, si scontra ovviamente sul nodo delle valutazioni. I 7-8 miliardi messi sul tavolo dal Governo per comprare tutto l’88% di Aspi, valutandola non più di 9 miliardi complessivi, sarebbero troppo pochi per Atlantia.

Nella maggioranza, infine, non si attende con apprensione la sentenza della Corte Costituzionale che arriverà a breve sul decreto Genova del 2018. Misura contro cui Autostrade ha fatto ricorso per l'esclusione dai lavori di ricostruzione del Ponte Morandi a fronte però dell'imposizione di sobbarcarsi di 290 milioni di euro di costi. Una sentenza che, modificando unilateralmente la concessione di Aspi, avrebbe per analogia effetti anche sull’articolo 35 del decreto Milleproroghe, già impugnato dalla concessionaria. 

Una dichiarazione d’incostituzionalità da parte della Consulta avrebbe solo l'effetto, si ritiene, di dare maggiore forza ad Atlantia nella trattativa su prezzo. Quando si chiuderà? "Sono stato molto chiaro, ho detto che questo dossier va chiuso. Spero di farlo nel volgere di qualche giorno, al massimo entro la fine della settimana. I ministri sanno che c'è fretta da parte di tutti", ha tagliato corto Conte da Madrid dopo l'incontro con il presidente del governo spagnolo Pedro Sanchez, mentre a Roma aumenta la temperatura politica sul tema.

 

 

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