Auto, gas dell’Alaska e riso: cosa prevede il nuovo patto commerciale Usa-Giappone e perché l'Ue rischia grosso - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 15:58

Auto, gas dell’Alaska e riso: cosa prevede il nuovo patto commerciale Usa-Giappone e perché l'Ue rischia grosso

Dazi ridotti al 15%, investimenti giapponesi per 550 miliardi e una partnership energetica sull’Alaska: ecco cosa prevede l’intesa tra Tokyo e Washington

di redazione economia

Tokyo evita i dazi con un maxi-investimento negli USA. L’Europa rischia di restare fuori dai giochi

Gli Stati Uniti e il Giappone hanno firmato un accordo commerciale che, al di là dei dazi e delle concessioni su riso e automobili, è stato presentato da Donald Trump come un colossale pacchetto d’investimenti: 550 miliardi di dollari in arrivo dal Giappone all’America. Ma dietro questa cifra si nasconde una realtà ancora tutta da chiarire.

Trump ha parlato di "posti di lavoro" e di "90% dei profitti che resteranno agli americani", ma al momento non esiste un piano pubblico, né una lista di progetti dettagliata. Il premier giapponese Ishiba, che tra l’altro ha annunciato le dimissioni per agosto, ha spiegato che gli investimenti fanno parte dell’accordo commerciale, ma ha anche specificato che molti erano già previsti. Insomma, più che un pacchetto nuovo, si tratta in buona parte di impegni già in cantiere, riformulati per evitare l’escalation dei dazi.

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Giappone–USA, affare da 550 miliardi: quali settori ne beneficiano

Qualche dettaglio, però, c’è. Il governo giapponese ha parlato di settori "strategici per la sicurezza nazionale americana", come semiconduttori, acciaio, cantieristica e intelligenza artificiale. Per esempio Nippon Steel ha acquistato US Steel per 14 miliardi di dollari, una delle operazioni industriali più rilevanti dell’anno negli Stati Uniti. Sempre dal Giappone, sul fronte dell'intelligenza artificiale, SoftBank partecipa al progetto "Stargate” insieme a OpenAI e Oracle, un’iniziativa da 100 miliardi di dollari per costruire grandi infrastrutture IA su suolo americano. A maggio, Masayoshi Son, fondatore di SoftBank, aveva anche proposto la creazione di un fondo sovrano congiunto Usa-Giappone da 300 miliardi.

Un altro punto toccato da Trump è il gas naturale dell’Alaska. Ha parlato di una joint venture con Tokyo sul GNL. Si presume che si riferisse al progetto Alaska LNG dal valore di 44 miliardi di dollari. Alcune società giapponesi, come Jera e Tokyo Gas, si erano già dette interessate a comprare gas americano, ma non è chiaro se saranno coinvolte direttamente nella joint venture. Insomma, la cifra dei 550 miliardi c’è, ma i dettagli restano per ora ignoti.

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Dazi, accordo Usa-Giappone: Europa in bilico

Per l’Europa, tutto questo però è molto rischioso. Il Giappone aveva un surplus commerciale con gli Stati Uniti da 63 miliardi di dollari, ed è riuscito a evitare dazi al 25% accettando dazi al 15% (comunque più alti dei 10% in vigore fino ad ora) e promettendo di investire massicciamente negli Usa. Non solo, ha anche accettato di aumentare le importazioni di riso americano e di aprire i mercati agricoli, senza ottenere concessioni su altri fronti come i dazi su acciaio e alluminio (che restano al 50%) o le richieste americane di aumento della spesa militare.

Bruxelles, che non ha ancora siglato un’intesa simile con Washington, rischia di trovarsi presto davanti allo stesso bivio: accettare le condizioni imposte o affrontare i dazi pesanti. Il rischio per l'Ue sarebbe anche quello di perdere centralità come partner economico se i grandi attori asiatici (come Giappone, ma anche Vietnam, Indonesia, Corea) si dovessero spostare sugli Stati Uniti per motivi di convenienza. L'unica scelta, vista la politica di Trump al momento, è quella di negoziare anche se forse non sarà un confronto alla pari.