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Economia
Banche, 311 miliardi di aiuti di Stato. Ora è emergenza liquidità
La geografia delle garanzie: in sole quattro regioni oltre la metà dei prestiti

Il Sud Italia penalizzato nella categoria di prestiti di importo superiore a 30mila

Resta invece ancora penalizzato nella categoria di prestiti di importo superiore a 30mila, dove il Mezzogiorno raccoglie solo il 17,6% delle risorse di aiuti complessivi, a fronte del 52,3% dell’area settentrionale d’Italia e del 24,2% del distretto del Centro Nord. Se i finanziamenti sono stati destinati a tutte le attività economiche sul territorio italiano, la classe dimensionale più rappresentativa è stata quella dei prestiti di importo superiore ai 30.000 euro che ha attratto quasi il 90% delle risorse complessivamente utilizzate. La quota residuale del 10% è andata invece a favore di operazioni di importo inferiore a 30.000 euro. 

Di là dai vantaggi macro di tutte le misure di sostegno e dell’effetto “sollievo” delle stesse sullo stato di salute del sistema produttivo locale, le imprese italiane hanno imparato solo in parte a resistere a una crisi inaspettata e governarne l’incertezza.

Nel 2022 lo stress test per le imprese

Il vero stress test è infatti ancora atteso nel corso del 2022, quando le imprese italiane dovranno fare i conti con la fine delle moratorie, le restrizioni sui finanziamenti riduzione al 60% le garanzie del Fondo centrale di garanzia sui finanziamenti per liquidità per operazioni di importo superiore a 30.000 e dal 90% al 80% su quelle di importo entro i 30.000) e l’introduzione di una tassa occulta sotto forma di commissione che non serviranno certamente a incoraggiare la qualità economico-finanziaria del sistema imprese e che non aiuteranno a governare la fase, appena avviata, di eliminazione graduale . 

La geografia delle garanzie: in sole quattro regioni oltre la metà dei prestiti

Con 2.578.052 domande presentate, per un importo globale di circa 221 miliardi, il dettaglio degli aiuti sotto forma di prestiti garanzia si presenta così distribuito: 1.179.579 le richieste di finanziamento fino a 30.000 euro per un totale di 22,9 miliardi (importo medio di 19.476 euro) e 1.398.473 le richieste di finanziamento superiori a 30.000 euro per un totale di 197,5 miliardi (importo medio di 141.258 euro). Analizzando nel dettaglio le operazioni di importo superiori a 30.000 euro, sino a ora la maggior fetta di finanziamenti è andata alle regioni del Nord (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna) con 103,3 miliardi, assorbendo circa il 52,3% delle risorse complessive per questa fascia di importo.

Segue l’area del Centro Nord con 47,7 miliardi, di cui il 37% destinato al Lazio, il 34% alla Toscana, l’8% all’Abruzzo e il restante 21% distribuito tra Umbria e Marche. Il tessuto delle piccole e medie imprese tricolori, che è concentrato nel Sud Italia, ha invece ricevuto solo il 17,62% dei finanziamenti superiori a 30.000 euro. In particolare, il Molise e la Basilicata sono le regioni con le percentuali più basse di aiuti pubblici in questa categoria di importo (rispettivamente lo 0,3% e lo 0,5%), seguite da Calabria (1%) e Sardegna (1,4%).

Anche in termini di numero di operazioni, le regioni con il numero inferiore di richieste sono rappresentate dal Molise (5.411) e Basilicata (8.442) - rispetto a un numero nazionale medio di 1-398.473 – che insieme a Sicilia, Puglia e Basilicata hanno beneficiato complessivamente lo 0,8% delle operazioni totali. Tra le regioni del Meridione, il picco di finanziamenti è stato erogato in favore della Campania che con il 6,5% del totale delle risorse erogate per classe di importo, ha beneficiato di 12,9 miliardi di euro di aiuti statali. In termini di distribuzione e concessione, le percentuali e i grandi numeri si ripetono anche con riferimento alle operazioni di importo inferiore a 30.000 euro, dove, su 1.179.579 operazioni, più di un quarto sono state presentate nelle regioni con il maggior numero di imprese e lavoratori del territorio nazionale e che, probabilmente, sono anche state colpite in maggior misura dalla crisi: si tratta della Lombardia (16,4%) e Lazio (9,1%) seguite dall’Emilia Romagna (8,8%) e Veneto (8,2%). 

“Lo Stato e il settore bancario, anche grazie agli sforzi e al lavoro quotidiano delle lavoratrici e dei lavoratori delle stesse banche, hanno svolto un ruolo essenziale, durante la pandemia, per sostenere l’economia italiana: le agenzie bancarie sono rimaste sempre aperte e il personale ha costantemente supportato tutta la clientela”, ha commentato il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni.

“Alcune misure di sostegno introdotte dai governo - ha proseguito il sindacalista - non sono più in vigore e altre scadranno tra pochi mesi: perciò è urgente prorogare tutti gli aiuti pubblici per imprese e famiglie, sia riattivando le moratorie sui vecchi prestiti sia estendendo le garanzie sui nuovi finanziamenti oltre il termine attuale del 30 giugno prossimo”. 

“Condivido in pieno, pertanto - ha concluso il numero uno della Fabi - l’appello rivolto al governo italiano dal presidente dell’Abi, Antonio Patuelli. Oltre un milione di imprese e famiglie potrebbero trovarsi in grandissima difficoltà. La pandemia durerà ancora a lungo e l’economia subirà danni per molto tempo”. 

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