Economia
Banche, amministratori da tenere d'occhio

Regolamentazione più stringente e controlli più efficaci per dare respiro al risparmio in generale
Banche, proposta di legge per separare quelle commerciali da quelle d'investimento
Tanto tuonò che piovve (Socrate). In Parlamento è stata presentata una proposta di legge per separare le banche commerciali da quelle d'investimento. Che cosa dovrebbero fare una banca commerciale e quella d'investimento? La banca commerciale dovrebbe esercitare, sempre con l'autorizzazione, l’attività bancaria, cioè la raccolta del risparmio presso il pubblico e all’esercizio del credito, mentre la banca d'investimento, dovrebbe proporre l'intera offerta di servizi finanziari rivolti ad aziende, istituzioni pubbliche ed istituzioni finanziarie.
Quindi, pare che siamo ad una svolta per quanto riguarda la dicotomia fra i due esercizi. Così ritorniamo a quelle che erano la commercial bank e le investment bank di statunitense memoria. Perché siamo arrivati a questa richiesta? Una delle motivazioni è tutelare un po' di più i risparmiatori da eventuali crolli delle investment bank che si ripercuotano poi su quelle commerciali.
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Recentissimo esempio è quello dei debiti subprime, seguiti a ruota dai CDO e dai CDS che hanno gravato per migliaia di miliardi di dollari e hanno coinvolto non solo gli Stati Uniti, ma l'intero pianeta. L'argomento è molto delicato perché sappiamo che non possiamo, per il momento, fare a meno delle banche, ma una regolamentazione più stringente e controlli più mirati ed efficaci potrebbero dare respiro al risparmio in generale, ben sapendo che chi risparmia non è una mucca da mungere e nemmeno un suino, del quel non si butta via niente.
Se la proposta dovesse passare sarebbe interessante, come più volte sostenuto, che ci fosse anche un maggior controllo sugli amministratori che ogni tanto si inventano delle forme contorte di “gestione” del risparmio avallate dalle “opinioni” delle agenzie di rating e poi alla fine si scopre che a pagare non sono loro, ma il mercato. E' della settimana scorsa una sentenza che mi ha colpito: un furto di take away del valore di euro 4,75 (quattroeuroesettantacinquecentesimi) aggravato da spintoni alla Guardia Civica, condannato a quasi un anno di reclusione (non si dovrebbe mai rubare), mentre chi ha amministrato la banca in modo fraudolento e ha ricevuto bonus milionari è ancora in circolazione; salvo poi fare rivalsa sui risparmiatori (leggi Bail in).
Per riprendere l'argomento i governi degli anni '80 hanno abolito la Glass-Stegall act del 1933 e che prevedeva appunto la separazione fra attività commerciali e di investimento a seguito del grande crack del 1929. Evidentemente la lezione non era bastata e lo strascico del 2008 ne è la conferma e ce lo portiamo ancora dietro sia come risparmiatori sia come banche e guarda caso il “colpevole” non ha pagato…
Anzi, si aggira impunito nelle stanze dei bottoni. Avremo mai una fine? Però bisogna ricordarsi sempre che: vulpes pilum mutat non mores – la volpe perde il pelo, ma non il vizio (Gaio Svetonio Tranquillo, Vita di Vespasiano).