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Economia
Banche, furto d'identità a Londra: clonati i colossi del credito italiano

Al centro di tutto ciò c'è l'ottenimento del “certificato di costituzione”, che serve per aprire conti bancari e sottoscrivere contratti

Da Cdp a Bnl, da Generali ai top manager italiani: una grande truffa ai danni del sistema bancario italiano, e non solo, si sta consumando a pochi passi dalla City di Londra. Decine di istituzioni finanziarie sono state infatti clonate nella capitale britannica attraverso finte società dai nomi identici o simili a quelli reali.

A scriverlo è il Sole 24 Ore che sottolinea come le identità di manager e banchieri sono state rubate e utilizzate illegalmente con l'obiettivo di dare una parvenza di veridicità a entità che possono essere utilizzate per truffare risparmiatori e riciclare denaro sporco. Al centro di tutto ci sarebbe infatti l'ottenimento del "certificato di costituzione" che serve appunto ad aprire conti bancari e sottoscrivere contratti. 

Solo per fare qualche esempio concreto: Carlo Messina, numero uno di Intesa SanPaolo, risulta azionista a sua insaputa di una sconosciuta società che si chiama “Japan Capital Group Ltd” insieme a Stefano Firpo, ex direttore generale del Mediocredito Italiano e oggi capo di gabinetto del ministro per l'Innovazione tecnologica Vittorio Colao. I due, sottolinea il quotidiano economico, sono in compagnia di un cittadino ucraino e di uno slovacco che si dichiara avvocato e che amministra 27 società con nomi uguali a banche esistenti e con lo stesso indirizzo in un edificio nel centro di Londra.

O ancora Fabrizio Palermo, ex amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti, continua il quotidiano economico, è divenuto a sua insaputa dirigente di una fantomatica “Cassa Depositi e Prestiti Spa Ltd”, che secondo le carte londinesi avrebbe asset per un miliardo di sterline. O come Roberto Mazzotta, ex presidente di Cariplo e di Bpm, e come Rony Hamaui, presidente di Intesa SanPaolo Value, fatti figurare come soci del sedicente “Mediocredito italiano Spa Ltd”, società che stando all'ultimo in bilancio avrebbe asset per il solito miliardo di pound. Nel mirino degli truffatori ci sarebbero però anche altre realtà come la Banca nazionale del Lavoro, la Cassa lombarda, il credito Emiliano, Unicredit e Assicurazioni Generali.

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