Banche popolari/ Padoan: "Decreto per incoraggiare le fusioni"
"Qui nessuno vuole esporre le banche italiane alle fauci del capitale straniero, qui si tratta innanzitutto di incoraggiare eventualmente aggregazioni interne, i capitali ci sono, ci sono molti capitali liquidi, possono entrare in queste banche pur mantenendo un management aggressivo". Pier Carlo Padoan, ministro dell'Economia, difende così ai microfoni di Radio 24 la riforma sulle banche popolari appena varata dal governo Renzi, decreto che ha iniziato l'iter parlamentare per esser convertito in legge. "Perché in Germania no, e qui da noi invece sì? In Germania c’è stato un problema di salvataggio di banche, che stavano messe maluccio e ha richiesto per il salvataggio ingenti somme pubbliche. In Italia non si parla di salvataggio, né si pensa a ingenti risorse pubbliche, ma si pensa a rafforzare ulteriormente le banche che avranno una governance più adatta a competere sul mercato globale e allo stesso tempo si salvaguarderà il legame col territorio", ha aggiunto il numero uno di Via XX Settembre.
Padoan poi ha parlato del progetto di bad banck per il sistema bancario italiano che libererà i bilanci degli istituti dai crediti problematici per agevolare i prestiti a famiglie e imprese. "Il termine bad bank - ha detto Padoan - è un termine generico che implica meccanismi che devono gestire le sofferenze che purtroppo sono tante perché sono tre anni che siamo stati in recessione e stiamo pensando a soluzioni di questo tipo. Per fare una bad bank bisogna anche tenere conto della normativa di aiuti di stato europea che è molto stringente In certi termini, quindi stiamo pensando anche a quella soluzione. Quindi l’idea che il governo abbia in mente misure che possano danneggiare le banche italiane a favore delle banche estere è francamente una cosa che definisco quanto meno una caricatura”.
“Mi auguro che la magistratura - ha concluso Padoan sui movimenti anomali in borsa sui titoli delle Popolari - faccia tutta la chiarezza necessaria, la magistratura e la Consob, (la Consob e la Procura di Roma stanno indagando sulla speculazione fatta dal 3 gennaio al 9 febbraio sulle banche popolari, ndr) quindi non sono per nulla preoccupato, spero che questa cosa sia chiarita il più presto possibile. Questa speculazione non credo proprio che si possa dire che è effetto del decreto, l’effetto del decreto è tutt’altro."