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Economia
Banco Popular, assist per le banche venete: soluzione più vicina. Ecco perché

Il settore bancario europeo tira il fiato dopo la soluzione-lampo trovata per la crisi di Banco Popular Espanol, con l’azzeramento del valore di tutte le azioni esistenti (considerate Common equity Tier 1, ndr) e dei bond “Additional Tier 1” (AT1 anche noti come Co.Co. bond), mentre i bond “Additional Tier 2” (AT2) sono stati convertiti in nuove azioni, trasferite al prezzo simbolico di 1 euro al Banco Santander che da parte sua ha deciso di aumentare di 7 miliardi il capitale per poter poi compensare svalutazioni al portafoglio immobiliare del Banco Popular attualmente stimate in 7,2 miliardi di euro (su un totale di 7,9 miliardi di euro previsti). Un salvataggio che costa circa 3,3 miliardi ad azionisti e obbligazionisti subordinati privati oltre allo sforzo che dovrà sostenere Banco Santander (che però prevede che l’acquisizione contribuirà ad aumentare gli utili del gruppo dal 2019 e creerà 500 milioni di euro l’anno di sinergie dal 2020), ma che non richiede neanche un euro di fondi pubblici.

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L'intervento è la testimonianza di come la direttiva BRRD, che prevede l’applicazione del principio del bail in in casi come questo in cui una banca è ritenuta in dissesto e a rischio di non poter fare più fronte ai propri impegni, funziona e per questo potrebbe essere la chiave di salvezza anche per Bpvi e Veneto Banca.

Sgombrato il campo della mina Banco Popular le autorità europee, più libere da altri impegni improrogabili, potrebbero finalmente concedere uno sconto alle due ex popolari venete, riducendo la richiesta di ulteriori capitali privati (finora attorno al miliardo di euro secondo le indiscrezioni circolate) da far intervenire prima di dare il benestare all’operazione di ricapitalizzazione precauzionale, ad esempio con la sottoscrizione di un’emissione di bond AT1 o AT2. Al riguardo anche la cessione del 40% di Arca Sgr in mano ai due istituti veneti potrebbe fornire un contributo non trascurabile, ma in queste ore dall’Emilia giungono segnali non esattamente rassicuranti.

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L’amministratore delegato, Alessandro Vandelli, avrebbe infatti reagito con freddezza all’ipotesi di chiudere già nei prossimi giorni l’operazione, che prevederebbe il passaggio del 20% di Arca Sgr a Banca Bper (che diverrebbe così l’azionista di maggioranza col 52,7% della società di gestione) e la suddivisione del rimanente 20% tra Creval e Banca popolare di Sondrio.

Sulla razionalità dell’operazione sia in termini di potenziali sinergie sia in termini industriali non esistono dubbi, data la collaborazione già esistente tra le due società (la banca emiliana contribuisce con 8 dei 31 miliardi di euro di masse gestite di Arga Sgr). Piuttosto Vendelli sembra preoccupato delle voci circolate di recente di una valutazione del 100% della società attorno ai 700 milioni. Valutazione “fuori mercato”, visto che quando a fine 2015 il Banco Popolare cedette il proprio 19,9% di Arca Sgr per 95 milioni sulla base di una valutazione implicita per il 100% di Arca Sgr di 480 milioni.

(Segue...)

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