Bankitalia, il debito pubblico fa un po' meno paura: a luglio cala a 3056 miliardi. Bene anche import ed export - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 13:37

Bankitalia, il debito pubblico fa un po' meno paura: a luglio cala a 3056 miliardi. Bene anche import ed export

A luglio il debito pubblico cala di 14,5 miliardi grazie all’avanzo di cassa delle amministrazioni pubbliche, mentre cresce la quota detenuta da investitori esteri. Le esportazioni aumentano, spinte soprattutto dai mercati extra Ue

di Arianna Conti

Debito pubblico in discesa a luglio, ma l’export rallenta nel trimestre

Secondo quanto riferito dalla Banca d'Italia a luglio il debito pubblico ha registrato un calo di 14,5 miliardi rispetto al mese precedente, risultando pari a 3056,3 miliardi.La flessione, comunica l’Istituto centrale, è legata all’avanzo di cassa delle amministrazioni pubbliche (14,2 miliardi), alla diminuzione delle riserve liquide del Tesoro (0,2 miliardi, pari a 46,8), nonché all’impatto degli scarti e dei premi legati all’emissione e al rimborso dei titoli, alla rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e alla variazione dei tassi di cambio (0,1 miliardi). Per il mese di luglio, l’Istat prevede un incremento congiunturale più marcato per l’export (+1,2%) rispetto all’import (+0,7%).

In particolare, secondo quanto riportato dalle tabelle della Banca d’Italia, a giugno il debito pubblico detenuto da investitori esteri è salito a 1.032 miliardi. Di questa somma, 853 miliardi sono rappresentati da titoli, in aumento rispetto agli 821 miliardi registrati a maggio. Le banche italiane hanno incrementato la loro esposizione da 375 a 379 miliardi, di cui 342 miliardi sotto forma di titoli. Anche per gli altri investitori residenti in Italia si è registrata una crescita, da 429 a 436 miliardi, con una componente in titoli salita a 390 miliardi (rispetto ai 383 di maggio)

A luglio, l’Istat rileva un aumento congiunturale più marcato per le esportazioni (+1,2%) rispetto alle importazioni (+0,7%). L’espansione dell’export è trainata soprattutto dalle maggiori vendite verso i Paesi extra Ue (+2,4%), mentre le esportazioni verso l’area Ue restano sostanzialmente stabili. Su base annua, le esportazioni crescono del 7,3% in termini nominali e del 6,9% in termini reali. L’incremento tendenziale del valore dell’export risulta più significativo nei mercati extra Ue (+9,9%) rispetto a quelli Ue (+4,8%). Le importazioni, invece, segnano una crescita tendenziale del 6,1% in valore, con un contributo maggiore dall’area extra Ue (+13,1%) rispetto all’Ue (+0,8%); in termini di volume, l’import sale dell’1,1%.

"A luglio l'export si conferma in crescita su base sia mensile, sostenuto dalle sole vendite dirette verso i mercati extra Ue, sia annua. Queste dinamiche sono in parte influenzate da vendite di elevato impatto (cantieristica navale), al netto delle quali si stima un aumento congiunturale dello 0,8% e una crescita tendenziale del 6,1%", spiega l'Istat.

Nel trimestre maggio-luglio 2025, rispetto al periodo precedente, l’export registra una flessione dell’1,5%, mentre l’import cala dell’1,8%. Tuttavia, nei primi sette mesi dell’anno, le esportazioni mostrano una crescita tendenziale del 2,9%, trainata principalmente dall’aumento delle vendite di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+37,2%), mezzi di trasporto esclusi autoveicoli (+13,9%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (+5,3%) e metalli di base e prodotti in metallo, escluse macchine e impianti (+3,9%).

Al contrario, altri settori registrano un calo, con le contrazioni più significative nei coke e prodotti petroliferi raffinati (-18,8%) e negli autoveicoli (-9,7%). Tra i comparti che contribuiscono maggiormente alla crescita tendenziale dell’export si segnalano i mezzi di trasporto esclusi autoveicoli (+45,6%), gli articoli farmaceutici (+28,5%), i metalli di base (+7,0%) e i prodotti alimentari (+6,1%). Le esportazioni di autoveicoli (-5,3%) e apparecchi elettrici (-3,8%) risultano invece in calo su base annua.

In termini di paesi, i maggiori contributi positivi all’incremento delle esportazioni nazionali provengono da Stati Uniti (+24,1%), Spagna (+13,8%), paesi ASEAN (+37,4%), Francia (+4,7%), Svizzera (+9,5%), Polonia (+12,5%) e Regno Unito (+9,0%), mentre Paesi Bassi (-7,8%), Cina (-4,0%) e Turchia (-2,5%) registrano contributi negativi.

"Nei primi sette mesi dell'anno, la dinamica tendenziale dell'export è positiva (+2,9%), grazie alle vendite di un numero ristretto di settori; quella dell'import è più sostenuta (+4,8%). L'avanzo commerciale (+30,7 miliardi di euro), quasi totalmente imputabile agli scambi con i paesi extra Ue, è in riduzione rispetto ai primi sette mesi del 2024 (+36,0 miliardi)", aggiunge l'Istat.

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