Bankitalia: ripresa lenta. Frena la caduta dei redditi, ma famiglie vulnerabili
In Italia la ripresa economica prosegue "lenta" e "resta fragile". Lo afferma la Banca d'Italia nel rapporto sulla stabilita' finanziaria. In Italia, spiega l'istituto di Via Nazionale,"prosegue il lento miglioramento del quadro macroeconomico. La ripresa ciclica si va estendendo ma resta fragile".
Secondo Bankitalia, "in Italia prosegue la moderata ripresa dell'attivita' produttiva; vi contribuisce il buon andamento delle esportazioni, che ha favorito il ritorno a un avanzo di conto corrente". Lo scorso anno, ricorda l'istituto di Via Nazionale, "il disavanzo pubblico in rapporto al Pil e' rimasto stabile al 3 per cento, mentre l'avanzo primario, pari al 2,2 per cento, e' il piu' elevato tra i paesi dell'area dell'euro, assieme a quello della Germania. Il debito in rapporto al prodotto e' aumentato dal 127 al 132,6 per cento. Oltre un terzo dell'aumento e' dovuto all'accelerazione del pagamento dei debiti commerciali delle amministrazioni pubbliche e al sostegno finanziario ai paesi dell'area dell'euro".
"Nel 2013 le famiglie hanno registrato una flessione del reddito disponibile inferiore all'anno precedente; si e' avuto un calo dell'indebitamento e una ripresa degli investimenti in attivita' finanziarie". Spiega ancora Bankitalia. "I bassi tassi di interesse e le misure a sostegno dei mutuatari hanno contribuito a contenere la vulnerabilita' delle famiglie indebitate", spiega l'istituto di Via Nazionale secondo cui nel complesso "le condizioni finanziarie delle famiglie sono solide". Secondo le previsioni di Bankitalia, "in uno scenario di graduale ripresa economica la percentuale di famiglie vulnerabili rimarrebbe sostanzialmente stabile (2,8 per cento nel 2015).
"La quota di nuclei familiari finanziariamente fragili - si legge ancora nel rapporto - aumenterebbe in misura solo modesta anche in scenari macroeconomici avversi". Il fattore di rischio piu' rilevante per le famiglie indebitate e' rappresentato dalla dinamica del reddito disponibile: se esso rimanesse invariato rispetto al 2013, la quota di famiglie vulnerabili aumenterebbe al 3,3 per cento nel 2015. L'impatto, nello stesso periodo, di un rialzo di 100 punti base del tasso Euribor a 3 mesi sarebbe piu' contenuto: la quota di famiglie vulnerabili arriverebbe al 3 per cento". Nel 2013, ricorda l'istituto di Via Nazionale, "si e' attenuata la flessione del reddito disponibile in termini reali delle famiglie in atto dal 2011; nell'anno la contrazione e' stata dell'1,2 per cento. Il reddito nominale e' rimasto sostanzialmente invariato; a fronte di una riduzione dei consumi, il risparmio e' cresciuto in misura considerevole (11,1 per cento). Cio', insieme all'aumento dei prezzi delle attivita' mobiliari, ha contribuito all'incremento della ricchezza finanziaria dello 0,5 per cento nei primi nove mesi del 2013". Tuttavia, la ricchezza totale "ha continuato a ridursi per effetto del calo del valore degli immobili".
Nel Rapporto si segnala anche "come prosegua la fase di debolezza del mercato immobiliare" mentre vi e' "un buon andamento delle esportazioni". Gli indicatori macroeconomici e di sostenibilità del debito pubblico "confermano per l'Italia un quadro di sostanziale equilibrio nel lungo periodo dei conti pubblici e di contenuto indebitamento del settore privato". Bankitalia fa riferimento al quadro di politica di bilancio "prudente" che emerge dall'ultimo Def: "In base ai programmi - si legge nel Rapporto - dal 2015 si raggiungerebbe un sostanziale pareggio di bilancio in termini strutturali e il debito in rapporto al Pil inizierebbe a ridursi".
Uno dei segnali positivi arriva dal fatto che frenano la caduta del credito e i flussi di nuove sofferenze bancarie, anche se Palazzo Koch non si esprime su quando ci sarà una inversione di tendenza. Tuttavia il rapporto segnala come le grandi imprese abbiamo attivato canali di finanziamento alternativi. Le sofferenze rallentano al 3% dei prestiti e potrebbero accelerare le operazioni per farle uscire dai bilanci mentre la ripresa potrebbe far ritornare alcuni prestiti in bonis. Primi segnali di ripartenza arrivano dal mercato dei mutui per l'acquisto di abitazioni delle famiglie: nei tre mesi del 2014 hanno segnato un +9,3% rispetto allo stesso periodo del 2013 seppure si resti ben lontani rispetto ai livelli del 2011. Alla fine del 2013 i prestiti per mutui erano quasi 319mila di cui il 6,2% deteriorati contro i 341mila del giugno 2013 di cui il 5,8% deteriorato.