Bce, Draghi: "L'Europa resti unita. I conti italiani? Aspettiamo i fatti"
Bce, Draghi: "Tassi di interesse fermi almeno fino alla fine dell'estate del 2019"
"In questi tempi di aumentate incertezze globali, è più importante che mai che l'Europa resti unita". Con queste parole il governatore della Bce, Mario Draghi, lancia un richiamo all'unità della Ue nel cosro dell'audizione all'Europarlamento. Unità vista come antidoto alle incertezze di questi tempi, a cominciare dal protezionismo di Donald Trump.
Parlando alla commissione Affari economici e monetari, Draghi ricorda che "gli sforzi che abbiamo compiuto negli ultimi anni per rafforzare la governance dell'Unione economica e monetaria hanno già reso l'Unione più resiliente agli shock". Tuttavia, sottolinea, "la nostra unione monetaria è ancora incompleta e rimane vulnerabile". Per questo, "per sostenere la fiducia e continuare l'espansione economica, abbiamo bisogno di ulteriore convergenza e integrazione tra gli Stati membri dell'area dell'euro".
"Ci aspettiamo che i tassi di interesse principali della Bce rimarranno ai livelli attuali almeno passata l'estate del 2019 e in ogni caso tanto a lungo quanto sarà necessario affinché l'evoluzione dell'inflazione rimanga allineata conle nostre aspettative attuali di un percorso di aggiustamento sostenuto", conferma il presidente della Bce.
"Intendiamo mantenere - ribadisce Draghi - la nostra politica direinvestire i principali pagamenti dai titoli che vengono a scadenzanell'ambito del programma di acquisto di asset per un periodo estesodi tempo dopo la fine del nostro programma di acquisto di asset e, inogni caso tanto a lungo quanto sarà necessario a mantenere condizionidi liquidità favorevoli e un ampio grado di politica monetaria espansiva".
Quanto all'andamento economico, Draghi ricorda che "l'economia dell'area dell'euro è cresciuta dello 0,4% durante il primo trimestre del 2018, segnando cinque anni di espansione economica continua: i fondamentali economici rimangono solidi, nonostante qualche moderazione nella crescita all'inizio dell'anno". Su questa ripresa in rallentamento pesano i rischi al ribasso che "riguardano principalmente la minaccia di un maggiore protezionismo: un'Unione europea forte e unita può aiutare a cogliere i benefici dell'apertura economica proteggendo al tempo stesso i suoi cittadini contro una globalizzazione incontrollata". All'Unione, Draghi chiede un "supporto al multilateralismo e al commercio globale, capisaldi della crescente prosperità economica negli ultimi sette decenni. Ma per avere successo al di fuori, l'Ue richiede istituzioni solide e una sana governance economica all'interno".
Il governatore ha dedicato anche un passaggio all'Italia. Rispondendo a chi gli chiede di una possibile riforma delle pensioni o della possibilità che le politiche economiche facciano risalire il debito , ha detto: "Prima di pronunciare un giudizio è necessario attendere. La prova del nove saranno i fatti. Per ora ci sono stati solo proclami, che tra l'altro sono cambiati. Prima di parlare dobbiamo aspettare i fatti".
Tornando alle questioni europee, nei mesi a venire, anche sulle decisioni sull'Edis (European Deposit Insurance Scheme), "non dovremmo farci zavorrare dalla distinzione tra la riduzione del rischio e la condivisione dello stesso", anche perché, sottolinea il presidente della Bce, "la condivisione del rischio aiuta molto a ridurlo". "Guardate - continua Draghi - alla United States Federal Deposit Insurance Corporation, che ha risolto 500 banche senza provocare instabilità finanziaria, anche perché aveva dietro il backstop, la garanzia, del governo degli Usa. Il numero corrispondente per l'Eurozona è stato inferiore di dieci volte, che è un altro motivo per il quale il settore bancario dell'Eurozona affronta ancora sfide significative. In altre parole, se la condivisione del rischio portasse a una gestione ordinata delle conseguenze sulla stabilità finanziaria derivate dalla riduzione del rischio" quest'ultima "procederebbe a un ritmo molto più alto". "In più - prosegue - l'Edis aiuterebbe a evitare il rischio di profezie auto avverantesi e destabilizzanti, nella forma di corse agli sportelli. Ridurrebbe il rischio di frammentazione finanziaria e quindi sosterrebbe l'efficacia della politica monetaria nell'Unione economica e monetaria, contribuendo alla stabilità economica. Con il giusto quadro regolatorio, la condizione e la riduzione del rischio si rinforzano mutualmente".