"Giù spread ed euro con la cura Draghi, ma...". Parla il capo economista Ue di UniCredit

di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
"Il quantitative easing della Bce? E' positivo, l’ammontare totale è superiore alle aspettative di mercato ed è probabile che l’euro si deprezzi ulteriormente e gli spread continuino a restringersi".
E' il giudizio del capo economista Eurozona di UniCredit Marco Valli (nella foto) intervistato da Affaritaliani.it sul piano di acquisti di titoli lanciato dalla Bce. "L’unico neo - aggiunge Valli - è la bassa percentuale di mutualizzazione del rischio fra le banche centrali nazionali" che nel medio termine può portare a una "nuova potenziale ondata di avversione al rischio".
L'INTERVISTA
Come giudica il Qe della Bce? C'è qualche punto debole?
"Il giudizio è positivo, l’ammontare totale è superiore alle aspettative di mercato, e lo stesso vale per la componente dei titoli di Stato, che dovrebbe essere 800-900 miliardi. L’unico neo è la bassa percentuale di mutualizzazione del rischio fra le banche centrali nazionali".
Nelle prossime sedute l'atteggiamento dei mercati resterà come quello di oggi?
"Oggi la reazione di mercato è stata molto forte, ma non sembra sostenibile nella sua intensità. E' probabile che l’euro si deprezzi ulteriormente e gli spread fra bond periferici e core continuino a restringersi".
La mancata mutualizzazione del rischio non può dare segnali di sfiducia agli investitori circa il futuro dell'Unione monetaria?
"In teoria si, ma per il momento sembra prevalere l’effetto positivo dovuto alla dimensione del pacchetto di acquisti, maggiore del previsto. Comunque non si può escludere che un risvolto negativo ci possa essere".
Può spiegare?
"Diciamo così: nel breve termine, se un potenziale effetto del quantitative easing poteva essere quello di spingere un investitore tedesco a uscire dai Bund e comprare Btp, questa mossa lo scoraggia (perchè dovrebbe comprare un asset che la sua banca centrale reputa troppo rischioso?). Nel medio termine, invece, il rischio è legato principalmente a una nuova potenziale ondata di avversione al rischio che porti a riconsiderare il premio al rischio sui titoli di stato periferici. In questo caso, il disegno del Qe si rivelerebbe un elemento sfavorevole".
C'è il pericolo di storni finanziari?
"Non penso a breve, a meno che non siano legati alle elezioni greche. Ma il Qe dovrebbe contribuire ad abbassare di molto la volatilità sui mercati".