Draghi rinvia al 2015 il QE. Borse deluse. Giù le stime sul Pil di Eurolandia
Il motivo è che "serve ancora lavoro", fattori tecnici dunque e non assolutamente di consenso all'interno del Consiglio direttivo della Bce per l'acquisto di titoli di Stato, misura che cui "se necessaria" partirebbe in maniera "tempestiva".
Mario Draghi adotta la solita formula sulla misura principe (fra quelle non convenzionali) del quantitative easing all'americana e rinvia sine die l'acquisto di bond governativi da parte dell'Eurotower, senza dare una tempistica che i mercati si attendevano di conoscere oggi e su cui hanno scommesso nelle sedute dei giorni scorsi, mentre il calo del prezzo del petrolio rischia di far accelerare l'arrivo della deflazione nel Vecchio Continente (oggi inflazione allo 0,3%, comunque ben lontana dal target del 2%).
Così le borse europee, che ieri avevano chiuso positive, oggi accelerano al ribasso. Maglia nera a Milano, che scivola del 2,77% a 19.424,38 punti. Pesante anche Madrid, in calo del 2,44% a 10.610,2 punti. Il Dax di Francoforte perde l'1,21% a 9.851,35 punti, il Cac 40 di Parigi scende dell'1,55% a 4.323,89 punti mentre la piazza di Londra, meno esposta ai venti di recessione che spirano dall'Eurozona, se la cava con un ribasso dello 0,55% a 6.679,37 punti. Sul secondario, lo spread che sempre ieri aveva chiuso in retromarcia a 123 punti base, ai minimi dal 2011 portando il rendimento del Btp decennale sotto il 2%, è tornato a salire (a 127 punti base, 2,04% il rendimento).
Ora, secondo alcuni osservatori, l'impatto delle misure espansive della Bce non sarà sufficiente ad alimentare una ripresa che rimane fragile in cui permangono rischi al ribasso, minacciata dalla deflazione. Tanto che anche le nuove stime dell'Eurotower certificano che la crescita dell'Eurozona si è indebolita, in un contesto caratterizzato da una bassa inflazione e da una disoccupazione elevata, ha spiegato Draghi subito dopo aver comunicato al mercato che il costo del denaro è rimasto invariato al minimo storico dello 0,05%.
Rispetto alle previsioni di settembre, l'economia di Eurolandia è vista ora in crescita dello 0,8% nel 2014, dallo 0,9%. Nel 2015, invece, il Pil è stimato a +1% dal +1,6% e nel 2016 al +1,5% dal +1,9% di settembre. Sul punto che tutti attendevano, Draghi ha specificato ancora che il Consiglio "resta unanime sul ricorso a ulteriori misure non convenzionali nel caso di un prolungarsi dei rischi di un'inflazione troppo bassa" e ha annunciato che il prossimo anno verranno valutati gli stimoli attuati, le prospettive sulla stabilità dei prezzi e le dimensioni del bilancio. Sulla base di questa valutazione verrà poi decisa l'eventuale adozione di nuove misure.