Benetton,Edizione sale al 31% di Atlantia. La scommessa sulla partita del Pnrr
La cassaforte della famiglia trevigiana compra uno 0,75% del capitale. Ecco perché i Benetton sono tornati centrali nella finanza italiana
Il ricambio generazionale nella finanza stenta a decollare. La partita di Generali è in mano a due signori che hanno rispettivamente 86 e 78 anni. I billionaire nostrani sono tutti – eccezion fatta per Giovanni Ferrero che però ha sede fiscale in Lussemburgo e per gli Elkann-Agnelli – ben oltre la mezza età. I rampolli delle grandi dinastie non hanno ancora preso le redini delle aziende di famiglia. E i Benetton non fanno eccezione.
Luciano, anche lui 86enne, è ancora il patron dei beni e delle partecipazioni. Certo, in Atlantia ci sono il ceo Carlo Bertazzo e il presidente Fabio Cerchiai. Ma è la famiglia di Treviso quella che ha ancora in mano le sorti delle aziende. Si respira un’aria strana, quasi di “restaurazione”.
Non è un caso che i Benetton non abbiano mai smentito né confermato la loro possibile adesione al fronte Del Vecchio-Caltagirone in Generali. Il 3,97% di Edizione potrebbe fare comodo ai due finanzieri quando si andrà alla conta delle azioni. Perché se Mediobanca ha il 12,93% e De Agostini l’1,7% – e dovrebbero essere saldamente dalla parte di Donnet e della sua riconferma – dall’altra parte della barricata i Benetton potrebbero far pendere l’ago della bilancia verso di due imprenditori. La famiglia di Treviso ha scelto il modo più silenzioso, ma anche più evidente, per tornare a contare. Ora la palla è nell’altra metà campo.
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