Le mani forti tornano in borsa. La ripresa spinge lo shopping di primavera
Sarà “l’effetto Renzi”, sarà che è primavera e si avvicina il semestre di presidenza italiana della Ue, sarà che i venti della crisi economica sembrano ormai placati e anche se investitori di lungo corso come George Soros ammoniscono di non abbassare la guardia e di cercare di arrivare quanto prima ad un’unione politica senza la quale l’Unione Europea resta a rischio a causa di discrepanze macroeconomiche che la cura a colpi di austerity non ha diminuito, semmai accentuato, fatto sta che il “buy Italy” torna sempre più spesso nei discorsi privati dei grandi investitori mondiali, che sembrano pronti ad approfittare dei saldi di fine stagione per portare a casa marchi, aziende o quanto meno partecipazioni nel capitale di alcuni dei principali gruppi italiani.
Così se Rosneft non ci ha pensato due volte ad aprire il borsellino e sborsare 500 milioni per subentrare a Clessidra (e in parte a Unicredit e Intesa Sanpaolo) e mettere le mani su un 13,1% di Pirelli & C. che di fatto rende il colosso energetico russo il primo azionista della Bicocca (anche se gli accordi tra azionisti dovrebbero consentire il mantenimento dello status quo per altri cinque anni conservando a Marco Tronchetti Provera la gestione operativa del gruppo) e se il 12% di Banca Mps collocato da Morgan Stanley per Fondazione Mps è stato assorbito senza apparenti contraccolpi dal mercato, dove le quotazioni dell’istituto senese restano vicine ai 24 centesimi per azione, in crescita di circa il 55% da inizio anno, l’elenco dei titoli su cui scommettere sembra ben più lungo.
Senza disporre di “insider” o correre dietro alla voci di mercato, per capire su quali titoli scommettono i grandi investitori basterebbe forse seguire le tracce di BlackRock: la “roccia nera” è una delle principali società di gestione del risparmio a livello mondiale, con un’offerta che spazia dalle gestioni individuali per clienti istituzionali, ai fondi comuni fino ad arrivare gli Etf di iShares. Operante in tutto il mondo, a fine 2012 il gruppo gestiva un patrimonio totale di 3.792 miliardi di dollari, salito a fine 2013 ad oltre 4.012 miliardi, di cui quasi 2.318 miliardi in azioni.