Casa, sconto per chi ristruttura. Tutte le decisioni del Governo

Via libera del Consiglio dei ministri alla proroga dei bonus fiscali per le ristrutturazioni e il risparmio energetico. L'ecobonus (che vale sia per i privati cittadini sia per i condomini) sale al 65% dal 55% previsto fino al 30 giugno. La proroga viene fissata per ora fino al 31 dicembre 2013. Durante la riunione di governo si era ipotizzato anche di alzare l'aliquota fino al 75%, ma si è poi deciso di fissarla al 65%.
Resta al 50% il bonus per le ristrutturazioni, che viene però prorogato anch'esso. Il Governo Letta ha anche approvato il disegno di legge che abolisce il finanziamento pubblico ai partiti.
Come da attese, il Consiglio dei ministri ha approvato anche il disegno di legge che abolisce il finanziamento pubblico ai partiti. Quelli che non adotteranno uno statuto, con criteri di trasparenza e democraticità, non potranno essere ammessi a benefici quali le detrazioni per le erogazioni volontarie, la destinazione volontaria del 2 per mille e la concessione gratuita di spazi e servizi.
La sfida però è complessa: non seguirà infatti un percorso facile in Parlamento e costringerà i partiti, in primo luogo Pd e Pdl, a ripensare la loro organizzazione in termini di sedi, dipendenti e strutture. Già ieri dal Pd era arrivato un grido d'allarme da parte del tesoriere Antonio Misiani: la situazione economica del partito "è drammatica", aveva detto, e con l'abrogazione del finanziamento pubblico dei partiti diventa "inevitabile" il ricorso alla Cassa integrazione per i 180 dipendenti. Oggi però Misiani ha proposto una terza via, a metà tra il vecchio sistema e quello anglosassone.

"La via intermedia - ha detto il tesoriere Pd - può essere quella di un sistema basato sull'autofinanziamento ma con un forte incentivo per le piccole donazioni e tetti massimi per le grandi donazioni".
Il Movimento Cinque Stelle rivendica come propria "vittoria morale" la decisione del Consiglio dei ministri, ma boccia l'impianto del ddl e lo definisce "una legge truffa". Se il ddl sara' approvato dal parlamento senza modifiche, l'abolizione del finanziamento sara' graduale, entrera' a regime totale tra tre anni, nel 2017, quando terminera' l'erogazione del
rimborso gia' previsto per le elezioni di quest'anno. Il primo anno la riduzione dei rimborsi sara' al 60% e proseguira' in modo graduale scendendo al 50% il secondo anno e al 40% al terzo. Il ddl fissano una serie di regole di trasparenza, di democrazia interna e la presenza di uno statuto, ma anche di bilanci certificati, come condizioni per usufruire delle agevolazioni e degli incentivi fiscali. Diversamente da proposte di legge circolate nei giorni scorsi, come la Finocchiaro-Zanda, si tratta di condizioni non per presentarsi alle elezioni ma solo per usufruire di donazioni dei cittadini e servizi da parte dello Stato. La contribuzione dei cittadini, fissata al 2 per mille, partira' quindi solo dal 2016. Fonti ministeriali spiegano anche che il finanziamento pubblico sara' sostituito da tre fonti di aiuto: detrazioni, libera scelta dei cittadini con il 2 per mille e servizi, come sedi, bollette telefoniche, spazi televisivi.