Economia
Petrolio in caduta senza fine. L'incertezza prevale in Borsa in attesa della Fed
Secondo gli analisti non c'è un reale motivo che va a toccare i fondamentali di crescita delle locomotive del mondo ovvero Stati Uniti e Cina e ha spinto gli investitori a tirare i remi in barca e a far vivere una brutta seduta ai listini europei. Solo un'incertezza sul floor di caduta del prezzo del petrolio che dopo il mancato accordo in sede Opec ha raggiunto un nuovo minimo con il Wti, sotto i 35 dollari, ai livelli pre-crisi e sulle mosse della Federal Reserve che domani aprirà la due giorni del Fomc e che mercoledì comunicherà con molta probabilità il ritorno a una politica monetaria restrittiva.
Così in attesa di capire se la caduta del greggio si arresterà prima di dare la mazzata finale ai Paesi emergenti esportatori di commodity e di quanto sarà la stretta della banca centrale americana, gli investitori hanno preferito prendere profitto e vendere. Atteggiamento accelerato nel Vecchio Continente dal peggioramento di Wall Street. A Milano l'indice Ftse 100 cala del 2,42% a 20.506 punti. Londra segna -1,32% a 5.874,06 punti, Francoforte cede l'1,94% a 10.139,34 punti. Parigi arretra dell'1,68% a 4.473,07 punti.
"I timori legati alla liquidità, alla Fed e ai prezzi del petrolio sono tutti transitori, non legati ai fondamentali, e alla fine passeranno" e quindi gli investitori torneranno sui mercati azionari, spiega Paul Christopher, strategist di Wells Fargo Investment Institute. "Non vedo niente la' fuori che mini seriamente le fondamenta della crescita dell'economia Usa, che sono il mercato immobiliare, il miglioramento del mercato del lavoro e la spesa dei consumatori", conclude l'esperto.
Tra le blue chip di Piazza Affari, tonfo di Fca che ha ceduto il 5,05% a 11,85, con Exor che ha segnato -2,43% a 39,36 euro. Oggi peraltro è stato annunciato il via libera da Borsa Italiana alla quotazione del cavallino rampante dal 4 gennaio 2016. Particolarmente pesanti anche StMicroelectronics (-4,69%), Buzzi (-4,55%), Mps (-4,15%), Moncler (-3,61%), Finmeccanica (-3,33%). Cali generalizzati anche per tutti gli altri titoli del Ftse Mib, con due sole eccezioni in controtendenza: A2A (+1,79%) e Ubi Banca (+0,86%).
In vista dell'assemblea cruciale di domani sulla conversione delle azioni di risparmio in ordinarie, che potrebbe essere affossata dall'annunciata astensione di Vivendi, le Telecom Italia ordinarie hanno perso l'1%, mentre le risparmio sono crollate del 10,66% a 0,88 euro. Su listino completo, sotto i riflettori i titoli Pininfarina, che alla riammissione dopo l'annuncio dell'acquisto del 76% da parte dell'indiana Mahindra non sono riusciti a far prezzo, con un crollo teorico di quasi il 70% (-68,81% a 1,31 euro). Il prezzo dell'Opa che verrà lanciata sul capitale restante è stato infatti fissato a 1,1 euro, ben sotto i 4,2 euro della chiusura di venerdì scorso.
I prezzi del petrolio si sono avvicinati ai minimi della crisi finanziaria 2008, in una storica discesa che sta caratterizzando il mercato del greggio. A livello globale c'e' una sovrapproduzione di oro nero, con Usa, Arabia Saudita e altri Paesi che continuano ad estrarre estrarre petrolio a pieno regime. Nel contempo pero', le alte temperature stagionali in Usa e in Europa hanno fatto calare la domanda di greggio per gli impianti di riscaldamento, con le scorte di prodotti raffinati che continuano ad aumentare, ben sopra i valori normali. Gli operatori continuano pertanto a prevedere, anche per il 2016, un eccesso di produzione.
"Stiamo andando dritti verso il fondo come un filo a piombo", dichiara Mark Benigno, co-direttore del trading energetico di Intl FcStone. "Ci vorra' del tempo prima che la situazione si sistemi, ed ora, con il meteo che intacca la domanda di prodotti petroliferi, la ripresa non fa altro che allontanarsi". La caduta inarrestabile dei prezzi aumenta anche la pressione sulle societa' energetiche, che stanno gia' arrancando nel pagare i debiti e finanziare gli investimenti. Questo potrebbe destabilizzare il mercato del credito, su cui pesa gia' il sell-off dei bond spazzatura. Il crollo del petrolio e' poi arrivato nel momento peggiore, quando manca pochissimo all'attesa riunione della Fed che dovrebbe formalizzare un rialzo dei tassi d'interesse per la prima volta da un decennio, mossa che alimenta i timori di un aumento di volatilita' nei mercati finanziari.
Il calo dei prezzi del greggio inoltre impatta negativamente sulle aspettative di inflazione e quindi la Federal Reserve potrebbe esitare parecchio prima di proceder con altri rialzi. Le quotazioni del petrolio hanno perso oltre l'11% la scorsa settimana e gli analisti si aspettano che nei prossimi giorni i prezzi dell'oro nero scendano sui minimi del 2008 e del 2004. "Il selloff sul mercato del petrolio ha assunto delle dimensioni assurde", sostengono gli economisti di Commerzbank, ricordando come "i prezzi del greggio siano scesi in maniera continua per settimane". Il Brent ha toccato oggi un minimo intraday a 36,33 dollari al barile e il Wti e' sceso sotto i 35 usd a 34,54 usd.