Quattrosoldi/ Borsa, i titoli d'oro del 2014. Bond: meglio se Btp a 3 anni

A leggere gli "oroscopi" finanziari di fine anno, l'anno che verrà sarà sempre quello giusto per guadagnare soldi con poche, semplici mosse. Da qualche anno la ricetta più diffusa è: mantenersi investiti in azioni, possibilmente del comparto finanziario o in titoli ciclici, limitare la duration degli investimenti obbligazionari cercando semmai qualche extrarendimento tra i bond corporate di discreta qualità (non di qualità eccellente, perché in quel caso spesso pagano meno dei titoli di stato), evitare l'oro e le materie prime.
Il quadro di riferimento non cambia, del resto: a fronte di una trasformazione secolare che sta facendo emergere prepotentemente (sia pure con frenate e riaccelerazioni) le economie emergenti dell'Asia e del resto del mondo (persino dell'Africa, un tempo continente negletto se non per il comparto minerario), l'Occidente cerca disperatamente di non rallentare ulteriormente grazie all'azione delle sue banche centrali che continuano a "drogare" i mercati con iniezioni di liquidità a gogò e tassi che "resteranno sugli attuali livelli (o più bassi) ancora per un lungo periodo di tempo" come ripete il medesimo mantra recitato a Washington, Bruxelles e Tokyo.
In realtà qualche motivo per diffidare di almanacchi e oroscopi esiste: lo scorso anno Goldman Sachs, per dire, pur tagliando le sue stime sull'oro si era limitata a ipotizzare una lieve crescita fino o a 1825-1.800 dollari l'oncia (dai 1.700 dollari circa cui oscillava) non escludendo l'ipotesi che nel 2013 il ciclo di rialzi del metallo biondo, durato fino a quel momento 12 anni, si invertisse. In effetti si è invertito eccome, tanto che in questi giorni l'oro oscilla poco sopra i 1.200-1.210 dollari l'oncia e il fatto che ora Goldman Sachs veda il prezzo crollare a 1.050 dollari potrebbe indurre qualcuno ad aprire una scommessa in senso contrario, quanto meno per sfruttare un eventuale rimbalzo di inizio anno.

Se gli analisti non sempre ci beccano, neppure i gestori sono immuni dagli errori: quelli di Anima Sgr un anno fa notavano come "l'attesa di un 2013 all'insegna della normalità, sia sotto il profilo della congiuntura economica sia sotto quello dell'andamento dei mercati finanziari", fosse "per metà un auspicio e per metà un calcolo ragionato" e suggerivano che "chi vorrà e potrà, fisco permettendo, investire in azioni dovrà dunque vigilare e scegliere accuratamente temi, settori e tempi in cui fare le varie mosse". I gestori aggiungevano che nel 2013 "l'austerità fiscale potrà rallentare gli Usa, mentre sarà meno pressante in Europa; i paesi emergenti godranno invece di politiche espansive. Da qui la nostra preferenza per i paesi e settori esposti alla crescita globale, nel'ambito di uno scenario moderatamente positivo" e una visione positiva "sul settore dei consumi discrezionali, che potranno beneficiare della crescita dei paesi emergenti e della ripresa nell'Europa stessa".