Focus borse/ L'Italia fa meno paura ai mercati. Ma Moody's avverte: rischio deficit
Le borse europee chiudono in calo a causa dell'andamento negativo di Wall Street, che ha dato una direzione a una seduta altalenante. Sui listini continua a pesare lo 'shutdown', l'interruzione di larga parte delle attivita' della pubblica amministrazione Usa, giunta ormai al terzo giorno, in seguito alla mancata approvazione della legge di bilancio. Resiste Londra, dove l'indice Ftse 100 avanza dello 0,18% a 6.449,04 punti. Il Dax di Francoforte cede lo 0,37% a 8.597,91 punti, l'Ftse Mib perde lo 0,44% a 18.018,22 punti, il Cac 40 di Parigi arretra dello 0,73% a 4.127,98 punti, l'Ibex di Madrid segna -0,58% a 9.295,7 punti.
Piazza Affari, partita in rialzo in scia all'esito positivo del voto di fiducia al governo Letta, ha invertito la rotta sui timori legati allo 'shutdown'. Sul listino, in ordine sparso le banche; bene Telecom (+1,66%) mentre e' in corso il cda che ha gia' preso atto delle dimissioni del presidente, Franco Bernabe'. Su Finmeccanica (+2,97%) ma sotto i massimi; scende Fiat, contrastati gli energetici.
Finale di seduta in lieve allargamento per lo spread tra Btp decennali e omologhi tedeschi, che segna 257 punti per un tasso del 4,37%. Il differenziale Bonos/Bund si attesta a 245 punti per un rendimento del 4,24%.
Se l'Italia fa meno paura ai mercati, il report dell'agenzia di rating Moody's sul nostro Paese ha però raffreddato gli entusiasmi degli investitori circa le prospettive di Roma. La fiducia a Enrico Letta "è il miglior risultato possibile" ma "le turbolenze politiche dell'ultima settimana mettono in evidenza la fragilità del governo che può ritardare le riforme di bilancio e strutturali", hanno scritto gli analisti a stelle e strisce.
"Ci aspettiamo che l'Italia non riesca a centrare il target di un deficit/Pil al 3% nel 2013", hanno poi sentenziato da Moody's. "L'Italia - ha osservato infatti l'agenzia di rating - è uscita dalla procedura d'infrazione del deficit quest'anno, dopo aver ridotto il deficit al 3% del Pil nel 2012 dal 5,5% del Pil nel 2009 ma l'instabilità politica ha effetti negativi sulla capacità del governo di procedere con le riforme strutturali e di bilancio".