Focus mercati/ Altro che Usa, Cina locomotiva. Pechino oscura lo shutdown

Ben 16 giorni di chiusura delle attività federali che potrebbero aver mandato in fumo, secondo le stime dell'agenzia di rating S&P, circa 24 miliardi di dollari, lo 0,6% del Pil americano del quarto trimestre. Intoppo che potrebbe compromettere la capacità degli Stati Uniti di trainare l'economia mondiale nell'ultima parte dell'anno.
Ma niente paura: ci pensa la Cina, il colosso d'Oriente candidato a raccogliere l'eredita degli States nel fare la locomotiva del mondo.
Il Dragone ha messo a segno infatti nel terzo trimestre del 2013 il tasso di crescita più veloce dell'ultimo anno: +7,8% dal 7,5% del secondo trimestre e dal 7,7% del primo. Dato che conforta gli analisti finanziari sulla possibilità di Pechino di centrare l'obiettivo sul Pil del governo per il 2013, fissato al 7,5% (il tasso di crescita dei nove mesi si colloca per ora al 7,7%) e che ha messo di buonumore i mercati azionari, oltre allo yuan sui mercati valutari, balzato i massimi di vent'anni. Rallenta la crescita invece la produzione industriale di settembre, risultando in aumento del 10,2% dal 10,4% precedente e dal 10,1% del consensus, dato pur meno esaltante, ma sempre in linea con le attese degli analisti.
E così in Europa i listini finanziari vivono una gioranta positiva Il Dax di Francoforte segna +0,6% a 8.865,10 punti, l'Ftse Mib di Milano avanza dello 0,38% a 19.271,02 punti, il Cac 40 di Parigi sale dell'1,09% a 4.286,03 punti, l'Ftse 100 di Londra cresce dello 0,71% a 6.622,59 punti, l'Ibex di Madrid segna +0,84% a 10.001,8 punti.
A dar fiducia alle borse europee, anche i buoni dati che stanno arrivando dalle trimestrali di Corporate America: mentre oggi si attendono i numeri di Morgan Stanley e General Electric, ieri Google ha messo a segno un brillante trimestre. La internet company ha battuto le attese del mercato presentando conti in crescita sia sul fronte dei profitti che dei ricavi. La società di Mountain View ha chiuso il periodo con un utile di 2,97 mld di dollari, 8,75 usd per azione, dai 2,18 mld, 6,53 usd per azione, dello scorso anno. L'eps adjusted è risultato pari a 10,74 dollari, ben più alto dei 10,36 usd del consensus. In rialzo anche il giro d'affari a 11,92 mld dagli 11,3 mld del secondo trimestre e dagli 11,7 mld indicati dagli analisti.
Lo spread tra Btp decennali e omologhi tedeschi chiude a 234 punti, ai livelli della chiusura di ieri. Il rendimento scende al 4,16%. Si mantiene a distanza il differenziale Bonos/Bund, che segna 243 punti per un tasso del 4,26%.