Economia
Calcio, solo Discovery può impensierire Sky. La battaglia sui diritti tv

Le mosse di Pier Silvio Berlusconi con Premium e l'eventuale ruolo delle telecom
La gara per i diritti televisivi della Serie A è una partita quasi senza pronostico, solo Sky, la favorita, può perderla. Secondo Enders Analysis non ci sono in questo momento soggetti in grado di impensierire la filiale italiana del gruppo di Rupert Murdoch: con 600 milioni di euro l’anno, ipotizzando nessun rilancio, l’emittente può prendersi tutto quel che le interessa, spendendo solo il 5% in più del costo attuale. Gli analisti del consulente inglese si aspettano una gara dall’esito quasi scontato, con qualche possibile sorpresa solo in caso di un poco probabile arrivo delle telecom o di qualche peso massimo estero. I termini per la presentazione delle offerte scadono sabato mattina, due giorni prima della deadline della gara dell’Uefa per i diritti tv della Champions League. Mediaset ha annunciato questa primavera un pesante piano di taglio costi che la dovrebbe portare ad avere, al massimo, ad un ruolo da comprimario nella gara per la Serie A, dovrebbe essere del tutto fuori dalla Champions League.
La Lega Calcio ed il suo advisor In Front hanno comunque provato a tenere in campo la prima televisione commerciale italiana, predisponendo un pacchetto di partite che sembra cucito addosso alle esigenze di Mediaset Premium, quello destinato alla trasmissione via digitale terrestre. Le 248 partite di otto squadre hanno un prezzo base di 200 milioni di euro, somma che la società potrebbe con qualche sforzo riuscire a investire. Se però Sky dovesse decidere di entrare in gioco anche sul digitale terrestre, presentando un rilancio, la partita si chiuderebbe subito. Della possibilità che la pay tv di Rupert Murdoch presenti un’offerta per il pacchetto B, parla stamattina anche MF. Mediaset ha più volte detto negli ultimi mesi di non essere più interessata al calcio, anche se ha lasciato la porta aperta ad una partecipazione alle gare, su base opportunistica. La settimana scorsa, la società ha messo in mezzo gli avvocati, presentando una richiesta di sospensiva all’Agcom. Secondo Reuters, l’Autorità ha già deciso di non metterci il becco, almeno per ora, un eventuale intervento potrebbe esserci solo dopo l’assegnazione dei diritti.
Una discesa in campo di Vivendi, a sostegno di Mediaset, unite nel contrastare Sky, non sembra in questo momento un’ipotesi credibile, anche perché un rilancio dell’alleanza dovrebbe probabilmente passare per un’uscita di scena, o un ridimensionamento, dell’amministratore delegato Pier Silvio Berlusconi, probabilmente poco apprezzato a Parigi. Ma se anche Silvio Berlusconi e Vincent Bolloré dovessero sotterrare l’ascia di guerra, i termini finanziari della gara non cambierebbero, gli spazi di manovra sarebbero solo leggermente più ampi, i problemi di Mediaset Premium, una società che in dieci anni non ha mai chiuso un esercizio in utile, resterebbero. Secondo Enders, non ci sono molte possibilità che Telecom Italia, Vodafone o Fastweb presentino un’offerta per i pacchetti destinati alla televisione su Internet, troppo arretrata è la rete italiana a banda ultralarga.
(Segue...)