Iva e Imu: 20 giorni per decidere

I giorni passano, ma i nodi restano. E sono sempre gli stessi: Imu e Iva. La sorte delle due imposte è legata. Perché lo spazio di movimento è ridotto e la modulazione di una influirà sulla struttura dell'altra. Il governo discute e continuerà a farlo anche alle 8.30 di martedì, durante l'ennesimo vertice di maggioranza.
Sull'Iva i tempi sono ormai risicatissimi: senza interventi l'aumento dell'imposta dal 21 al 22% scatterebbe a luglio, tra 20 giorni. Le ipotesi sono molte, segno che il governo procede nella speranza di trovare la strada giusta facendo lo slalom tra i paletti posti da Pd e Pdl. Tra le ipotesi sul banco è comparsa anche quella di aumentare l'Iva di mezzo punto percentuale. Oppure, come è già successo per l'Imu, si potrebbe optare per la soluzione apparentemente più comoda: rimandare la decisione, evitando il rialzo fino a ottobre, o addirittura fino al prossimo gennaio. Il problema è la priorità. Per il Pd è l'Iva, per il Pdl l'Imu. Due punti fermi che, in parte, cozzano l'uno con l'altro. Fassina ha proposto di scongiurare l'aumento dell'Iva lasciando fuori dall'esenzione Imu le case di pregio: L'imposta sul 15% degli immobili di maggior valore si traduce in un gettito di due miliardi. Si potrebbe arrivare all'abolizione dell'Imu per l'85% delle famiglie e generare un gettito sufficiente a evitare l'aumento delll'Iva". E se la restituzione dell'Imu pare essere più in agenda, si studia una soluzione anche per l'imposta sulla prima casa.
Le frange estreme del Pdl si impuntano sull'abolizione totale. Ma, con il passare del tempo, l'ipotesi incontra molte resistenze (contabili oltre che politiche). Si punta così a una esenzione su una buona fetta dei proprietari.