Economia

Concessioni balneari prorogate al 2027, sindacati ostili: "Prevede la messa a gara delle aziende"

di Redazione Economia

Resta da capire se la misura sarà sufficiente per chiudere la procedura d'infrazione avviata dall'Ue. Il provvedimento non trova il favore di Sib e Fipe

Decreto balneari, proroga al 2027 ma scatta l’allarme sindacale:  “Imprese a rischio con le nuove gare”

I vari tira e molla hanno portato a qualcosa di concreto e il nodo balneari trova finalmente la quadra. Il decreto approvato dal Governo ha stabilito la proroga delle concessioni in Italia fino a settembre 2027, con l'obbligo di avviare le gare per il rinnovo entro giugno dello stesso anno. Sono previste deroghe al termine del 30 settembre 2027 in presenza di "ragioni oggettive", ma non oltre il 31 marzo 2028, come indicato in una bozza del decreto.

I concessionari uscenti potranno contare su un indennizzo, e chi ha già gestito una concessione avrà un vantaggio nei futuri bandi. Resta però da capire se questa misura sarà sufficiente per chiudere la procedura d'infrazione avviata dall'Ue. Nel frattempo, i sindacati si sono mostrati tutt'altro che entusiasti, e la proroga non ha riscosso il consenso sperato.

Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari (Fipe/Confcommercio), e Maurizio Rustignoli, presidente di Fiba (Confesercenti), hanno espresso delusione nei confronti della norma: "Il provvedimento legislativo adottato dal Consiglio dei ministri sulle concessioni demaniali marittime vigenti non ci soddisfa perché prevede la messa a gara delle aziende". 

LEGGI ANCHE: Balneari, obbligo di gare entro giugno 2027: il Cdm approva la riforma delle concessioni

"Riuniremo gli organismi dirigenti delle nostre organizzazioni - spiegano - per valutare il provvedimento legislativo e decidere le azioni sindacali da intraprendere. Registriamo, con grande rammarico, che non solo la categoria è stata esclusa dal processo, ma anche gli enti concedenti (Regioni e Comuni), che da decenni gestiscono le funzioni amministrative in questo ambito. Riteniamo che sia interesse comune, non solo degli imprenditori balneari, una riforma completa del settore, che protegga le aziende turistiche esistenti, frutto del lavoro e dei sacrifici di migliaia di famiglie di ‘onesti lavoratori’ che hanno creato un modello di balneazione attrezzata di successo, invidiato a livello internazionale. Crediamo inoltre che questa questione debba essere affrontata con serietà e non strumentalizzata politicamente, ma discussa in un dibattito pubblico onesto e obiettivo".

"È comunque certo - ribadiscono i presidenti di Sib e Fiba - che continueremo a lottare con forza per difendere i diritti degli operatori attuali, riconosciuti anche dal diritto europeo, e per impedire che il modello italiano di balneazione attrezzata, basato principalmente sul lavoro dei concessionari, venga distrutto o snaturato, non solo per il loro interesse, ma soprattutto per il bene del Paese".