Conclave, il business della fumata bianca: fino a 3.000 euro al giorno per un balcone. Ecco chi ci guadagna - Affaritaliani.it

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Conclave, il business della fumata bianca: fino a 3.000 euro al giorno per un balcone. Ecco chi ci guadagna

La fumata bianca scatena un giro d’affari milionario: tra ristoranti, affitti brevi, turismo e commercio. Guadagnano tutti, compresi gli istituti religiosi

di redazione economia

Conclave, il business della fumata bianca: ecco chi ci guadagna

Mentre il mondo guarda al comignolo della Cappella Sistina in attesa della fumata bianca, a Roma si genera un giro d'affari da milioni di euro. Il Conclave che segue la morte di Papa Francesco non è solo un evento religioso, ma una macchina mediatica, turistica e commerciale che mette in moto alberghi, ristoranti, piattaforme Tv, affitti brevi e perfino istituti religiosi.

La fumata bianca è sì l’immagine che il mondo aspetta, ma per trasmetterla in diretta, servono posizioni strategiche e chi vuole affacciarsi sulla Cappella Sistina dal punto giusto, cioè con vista sul celebre comignolo, deve averci pensato anni fa. E proprio per questo motivo le terrazze migliori, come quelle in via Paolo VI o Borgo Santo Spirito, sono da tempo prenotate dai grandi media internazionali come NBC o Associated Press, con contratti che scattano automaticamente alla morte del Pontefice. 

Prezzi? Si parte da 1.000 euro al giorno per una singola postazione tecnica, ma in alcuni casi si arriva a cifre ben superiori. Nel 2013, con l'elezione di Bergoglio, secondo le agenzie immobiliari, terrazze e appartamenti con affaccio diretto su Piazza San Pietro venivano affittati anche a 2.000-3.000 euro al giorno, talvolta solo per poche ore, pur di assicurarsi uno scorcio esclusivo sulla fumata bianca.

Le grandi agenzie si spostano con team da 20-30 persone, con spese logistiche (volo, vitto, alloggio, trasporti) che superano agevolmente i 100.000 euro per ciascun broadcaster. D'altro canto, è anche vero che la Santa Sede fornisce le immagini interne tramite Vatican Media, ma tutto ciò che avviene fuori, quindi in piazza San Pietro, la loggia, le reazion, è terreno aperto. E redditizio. 

A fare jackpot sono anche conventi e istituti religiosi, soprattutto quelli con vista su San Pietro. E non è solo una questione di posizione, molti si trovano in zona extraterritoriale, quindi esenti da imposte comunali e statali. È il caso, ad esempio, del palazzo delle suore francescane della Santissima Madre Addolorata o dell’istituto Maria Santissima Bambina, ambiti da media e fedeli. La NBC, ad esempio, trasmette dalla Residenza Paolo VI. L’Associated Press da un palazzo lì accanto.

Veniamo agli affitti. Secondo Ospitalità Religiosa Italiana, su 88.440 posti letto distribuiti in 3.118 strutture religiose, ne restano al momento pochissimi. Assoturismo stima un aumento del 10% dei visitatori rispetto alle previsioni iniziali. Gli hotel nelle zone di San Pietro e centro storico sfiorano il 75% di occupazione, con un +25% di prenotazioni rispetto all’anno scorso, si parla di una spesa media di 180 euro a notte: quando invece fu eletto Papa Francesco, alcuni alberghi arrivarono a chiedere fino a 250 euro a notte per una camera matrimoniale.

Ma il Conclave porta soldi anche a tavola e nei piatti. Secondo la Fiepet-Confesercenti romana, bar e ristoranti dovrebbero incassare tra i 15 e i 18 milioni di euro durante la settimana dell’evento, cifra che si somma ai 35 milioni portati a casa tra Pasqua e Pasquetta. In pratica, fede e forchetta vanno a braccetto.

Insomma, facendo una stima degli incassi tra ospitalità, ristorazione, affitti e servizi, il Conclave e il post elezione del Papa porta a Roma un volume d’affari pari a una finale di Champions o un Super Bowl. E più dura il Conclave, più lunga è la ricaduta economica e per molti operatori, ogni giorno in più senza un nuovo Papa vale come oro.