Non c'è crisi per gli eterni adolescenti: I 18-44 non rinunciano a spendere

Pasquale Diaferia
Giorgia Crepaldi
I nuovi giovani non sono più tanto giovani o almeno non si comportano come tali. Lo dice una ricerca Doxa, commissionata da Mtv, la nota emittente Televisiva una volta specializzata solo nella musica. Oggi Mtv esamina anche le caratteristiche socialogiche del suo pubblico. L’indagine, condotta da Doxa e coordinata da MTV Lab, fotografa l’evoluzione dei comportamenti d’acquisto delle persone tra i 18 e i 44 anni e ha indagato in profondità le caratteristiche di spesa di questa fascia di pubblico attraverso un’analisi delle abitudini di visione televisiva. Sono evoluti, esigenti e determinati. Non rinunciano all’acquisto anche di quei beni che non sono primari e hanno una capacità di spesa rilevante, soprattutto considerato il difficile periodo economico nel quale si ritrovano ad esercitare la propria esperienza d’acquisto.
Sembrerebbe un invito rivolto alle aziende: riconoscere il valore di questo profilo di target poiché oltre ad essere numeroso (37% della popolazione totale) dispone anche di budget di spesa importanti (614 euro mensili). Quest’ultimo dato secondo l’indagine Doxa è assolutamente rilevante considerando che si tratta di categorie di spesa destinate al consumo e che non riguardano solo bisogni primari ma anche la sfera del leisure e della cura del sé. Alimentari e trasporti privati rimangono le spese più rilevanti, seguiti da abbigliamento, pasti fuori casa e viaggi.
La ricerca evidenzia inoltre 4 modelli di spesa, per propensione al consumo e varietà delle categorie merceologiche acquistate: esplorativi, essenziali, focalizzati e spensierati. Gli esplorativi sono individui con un livello d’istruzione elevato, un budget molto alto ed una spesa fortemente diversificata; gli essenziali si concentrano soprattutto nella fascia 35-44 anni hanno una spesa poco diversificata e concentrano i budget su spese prettamente necessarie; i focalizzati sono principalmente donne che concentrano i consumi negli alimentari e nella cura della persona; gli spensierati sono prevalentemente maschi giovani con budget ridotti ma concentrati su categorie non necessarie come svago e divertimento.
Sembra essere passato molto tempo dai beatnik degli Stati Uniti e dai teddy boy inglesi e sembra emergere un nuovo profilo di consumatore giovane che non ha semplicemente ridotto i consumi nell’economia generale ma li ha evoluti nella direzione di un consumo “onnivoro” e di una scarsa propensione alla parsimonia nelle dinamiche d’acquisto.
Sociologi e antropologi potrebbero leggere in questo atteggiamento “anti-rinuncia”, una presa di posizione nei confronti della crisi. Ma forse più semplicemente si tratta di un pubblico più attento e sicuro. Consapevole della difficile situazione economica: vive nella convinzione chel’atteggiamento rinunciatario non solo nei consumi ma anche nella vita non sia la chiave di volta per cambiare il tempo in cui stiamo vivendo. Insomma, l’invito sembra il classico: consumare, consumare, consumare. Sempre che si abbiano le risorse per farlo.