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Economia
Coronavirus, modelli organizzativi per una riapertura in sicurezza
(fonte Lapresse)

I modelli organizzativi per una riapertura in sicurezza

La riapertura estesa, seppure a scaglioni, delle attività è in corso e necessita di processi di gestione per limitare i possibili rischi e garantire la continuità dei servizi, anche in previsione dei possibili scenari evolutivi nei prossimi mesi. 

Il mondo del lavoro e le aziende saranno normati da nuove regole, che potranno essere a loro volta volta soggette a cambiamenti repentini, e che impongono già da adesso misure di distanziamento fisico, la possibilità di verificare la temperatura di chi entra in un luogo di lavoro o in un esercizio commerciale, la sanificazione costante degli ambienti e molto altro.

La ripresa post Covid-19 vedrà inoltre un nuovo modo di vivere i contatti in generale con una diffusa diffidenza. Già dalle prime fasi, dunque, sono necessari modelli di gestione delle modalità di riapertura e previsione delle evoluzioni future. Tra i format di risposta, capace di unire tecnologia e procedure di comportamento, figura Secursat, società italiana nata nel 2013 che utilizza dati e tecnologia come driver per individuare nuovi modelli di business e prevenire e risolvere situazioni di crisi.

Il modello di prevenzione dei rischi proposto da Secursat è, infatti, facilmente replicabile in diversi contesti lavorativi. Nel caso Covid-19 si muove lungo tre binari, come spiega Maura Mormile, responsabile dell’Area Business Development di Secursat: “La mappatura delle informazioni, tramite questionari per dipendenti e fornitori per monitorare e limitare l’eventuale diffusione del virus; la predisposizione di linee guida e protocolli sulle modalità di accesso e di comportamento in azienda; l’analisi dei rischi in relazione alle diverse aree o reparti produttivi per definire soluzioni e  tecnologie di mitigazione”.  

“Le tecnologie - aggiunge Mormile - possibili sono diverse, da Sensori in grado di restituire informazioni puntuali ed in tempo reale per gestire i flussi di accesso e di mobilità nelle aree, a soluzioni per il monitoraggio della temperatura o del rispetto della distanza gli uni dagli altri, fino alla gestione remota delle tecnologie per limitare al minimo la mobilità, il tutto, chiaramente, sempre nel rispetto della privacy. L’importante è però pensare alle diverse soluzioni all’interno di un quadro complessivo, all’interno di una strategia di sicurezza e gestione delle tecnologie, solo così, infatti, potranno essere a valore aggiunto per le aziende”.

La mappatura dei reparti e delle aree consentirà di identificare, e quindi correggere, i comportamenti che possano esporre ad una maggiore rischio di contagio. Le procedure comportamentali e di gestione degli accessi saranno conseguenti, invece, alla individuazione delle funzioni aziendali strategiche per il riavvio e la continuità della produzione e in base a tale premessa si adotteranno le linee guida per gli accessi che possano garantire la governance della sicurezza.

Le tecnologie sono fondamentali, tuttavia è necessario un approccio univoco che ne definisca e governi le modalità di gestione.

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