I mercati incoronano Re Giorgio. Ma ora basta austerità

Non solo Mario Draghi. C'è un altro italiano che riesce a influenzare lo spread: è Giorgio Napolitano. Dopo la sua elezione, il differenziale Btp-Bund è tornato sotto i 290 punti, a livelli pre-voto. A convincere i mercati non è stata tanto il secondo incarico di Re Giorgio, quanto ciò che rappresenta: l'apertura a un governo di coalizione.
"Gli scenari alternativi, come le elezioni anticipate in estate, non possono essere ancora esclusi, ma sono meno probabili", sancisce anche Credit Suisse. Un report della banca elvetica visionato da Affaritaliani.it conferma però che "la formazione del governo resta difficile. Il centro-sinistra è allo sbando. Il rischio principale di un governo di grande coalizione sta nei dubbi del PD. Una parte di esso potrebbe rifiutarsi di dar vita al nuovo esecutivo in coabitazione con il Pdl di Berlusconi".
Il governissimo resta però l'ipotesi principale, includendo personalità indipendenti di alto profilo. Le elezioni anticipate potrebbero essere un'opportunità per il Pdl, che potrebbe sfruttare l'attuale debolezza del Pd. Ma una simile strategia potrebbe anche ritorcersi contro il partito di Berlusconi. In altre parole, le larghe intese sono la via obbligata. Ma per fare cosa? "Le misure chiave - afferma Credit Suisse - dovrebbero includere i punti dei 'saggi', a partire dal varo di una nuova legge elettorale che eviti in futuro una situazione di stallo politico simile a quella attuale. Occorrono misure per rilanciare l'economia simili allo sblocco dei crediti delle imprese". Nel complesso, continua l'istituto svizzero, "riteniamo che un tale governo sarebbe percepito simile al precedente esecutivo, guidato da Monti". Ma si aspetta un cambio di marcia: "L'austerità non sarà più la priorità, anche perché - secondo la Commissione europea - l'Italia ha fatto abbastanza, portando il proprio bilancio in equilibrio".