Economia
Crisi al Plaza, il suocero di Conte pronto a lasciare: troppi debiti e incognite sul futuro dell’hotel simbolo della Dolce Vita
Le difficoltà finanziarie sono ormai evidenti: sull’immobile di via del Corso è stata iscritta un’ipoteca da 5 milioni di euro da parte dell’Agenzia delle Entrate

Cesare Paladino
Crisi al Plaza, il suocero di Conte pronto a lasciare
Dopo anni di tentativi per mantenere a galla lo storico Hotel Plaza di via del Corso, Cesare Paladino sembra ormai vicino a gettare la spugna. Lo storico albergatore romano, suocero del leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, ammette per la prima volta nei documenti societari di non vedere più prospettive concrete per la struttura a cinque stelle che per decenni ha ospitato volti celebri della politica e dello spettacolo. La crisi, aggravata da debiti milionari e da un contenzioso familiare, rischia di mettere fine alla lunga storia dell’albergo simbolo della Dolce Vita romana.
Le difficoltà finanziarie sono ormai evidenti: sull’immobile di via del Corso è stata iscritta un’ipoteca da 5 milioni di euro da parte dell’Agenzia delle Entrate, dopo il mancato pagamento di tre cartelle esattoriali. L’edificio è di proprietà della Immobiliare Roma Splendido srl, mentre la gestione alberghiera è affidata alla Unione Esercizi Alberghi di Lusso srl, società con un patrimonio netto negativo per quasi 12 milioni di euro. Finora Paladino aveva potuto contare sulle deroghe introdotte dai decreti Covid varati dal governo Conte, che sospendevano temporaneamente gli obblighi di ricapitalizzazione per le aziende in perdita. Ma nel biennio 2025-2026 quelle tutele verranno meno, costringendo la proprietà a decidere se investire capitali freschi o avviare la liquidazione.
Nella relazione al bilancio 2024, Paladino stesso scrive di aver maturato “una significativa incertezza sulla capacità della società di continuare la propria operatività in un prevedibile arco di tempo futuro”. Una dichiarazione che il revisore, Giovanni Monaco, ha messo nero su bianco nel suo giudizio, evidenziando le perdite ancora elevate nonostante la parziale ripresa post-pandemia. Nel 2024 la società ha chiuso con un’ulteriore perdita di 3,7 milioni di euro, mentre restano da coprire le perdite sospese relative agli esercizi dal 2020 in poi.
Dopo il rimbalzo del 2023, quando il fatturato era risalito a 9,7 milioni di euro, il 2024 ha segnato una nuova battuta d’arresto: gli incassi sono scesi a poco più di 6 milioni, mentre il canone d’affitto delle mura (versato alla società proprietaria, controllata sempre dalla famiglia Paladino) è raddoppiato da 2 a 4 milioni di euro. Nonostante la riduzione delle spese straordinarie, la gestione resta in rosso e gravata da circa 40 milioni di debiti, di cui oltre 30 nei confronti dell’Agenzia delle Entrate.
Un elemento chiave dei conti della famiglia Paladino è rappresentato proprio dal valore dell’immobile che ospita il Plaza: nel 2020 la Roma Splendido ha potuto rivalutare gratuitamente l’edificio grazie a una norma inserita in un decreto dell’allora premier Conte. La rivalutazione ha portato il valore contabile dell’hotel a 245,5 milioni di euro, cifra che oggi sostiene gran parte del patrimonio netto della società, nonostante le perdite operative. Anche questa società, però, non gode di buona salute: nel 2024 ha registrato un calo del fatturato da 10,6 a 4,1 milioni di euro e una perdita di oltre 15 milioni, peggiorando il risultato già negativo dell’anno precedente.
A complicare ulteriormente la situazione c’è un contenzioso da 10 milioni di euro con Shawn John Shadow, figliastro di Paladino e figlio dell’attrice svedese Ewa Aulin, ex moglie dell’imprenditore. Shadow aveva ottenuto un’ingiunzione dal Tribunale di Roma dopo il mancato pagamento delle somme pattuite per il recesso da una società del gruppo, con la Roma Splendido come garante. A ciò si aggiungono le pendenze fiscali che hanno portato all’iscrizione dell’ipoteca sull’immobile di via del Corso.
Oggi il futuro dell’Hotel Plaza appare più incerto che mai. Le mura resteranno in mano alla famiglia Paladino — le figlie Olivia e Cristiana ne sono le proprietarie — ma la gestione potrebbe cambiare, o addirittura cessare, se non arriveranno investimenti capaci di invertire una rotta che da anni segna il declino di uno dei simboli del lusso romano.
