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Economia
Crisi Covid-19, a rischio un milione di posti di lavoro

CORONAVIRUS ED ECONOMIA. PAOLO CAPONE, LEADER UGL: “A RISCHIO UN MILIONE DI POSTI DI LAVORO”

“L’Italia rischia una recessione peggiore di quella del 2009. Ma rispetto a quanto accadde allora, la perdita di valore della produzione potrebbe concentrarsi in pochi mesi. Se così fosse, lo shock finanziario per le imprese sarebbe analogo a quello del 1929 e si abbatterebbe, in particolare, sulle piccole e medie aziende. Per fare un esempio, è come se su case con infrastrutture leggere, data la scarsa capitalizzazione delle nostre PMI, cadesse in un solo giorno la stessa quantità di pioggia prevista in un anno”.A dirlo è il leader del sindacato UGL (Unione Generale del Lavoro), Paolo Capone, a proposito delle conseguenze che la diffusione del Coronavirus potrebbe avere sul sistema economico italiano, anche alla luce degli ultimi dati Istat, che indicano come a gennaio 2020 il tasso di disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni abbia toccato quota 29,3%, con un aumento di 0,6 punti rispetto al mese di dicembre e un calo di 2,4 punti sul 2019.“Se non si interviene subito sono a rischio più di un milione di posti di lavoro – aggiunge – e l’11% della nostra capacità produttiva potrebbe essere compromesso per sempre, rendendo assai più difficile una ripresa che potrebbe invece iniziare già nel quarto trimestre di quest'anno.

Nello scenario elaborato dal nostro centro studi, infatti, un intervento immediato in grado di circoscrivere questa situazione permetterebbe il ritorno del prodotto interno lordo ai valori attuali in poco più di un anno, quindi secondo trimestre 2021. In caso contrario, la crisi potrebbe protrarsi anche per tre o quattro anni”.Secondo Capone sono quindi necessarie “azioni immediate da concentrare in questa prima parte del 2020. Interventi, per così dire, ‘omeopatici’ e diluiti nel tempo sono inutili e dispendiosi. Per essere più veloci, oltre a stimolare la produzione con investimenti, che pur essendo indispensabili richiedono almeno 18 mesi prima di entrare in circolo, occorre innanzitutto non sottrarre risorse finanziarie al sistema economico, in particolare alle PMI. Servono, cioè, interventi forti di natura fiscale che lascino le risorse dove già ci sono, stimolando la produzione attraverso approvvigionamenti straordinari di beni e servizi da parte della pubblica amministrazione, privilegiando piccole e medie imprese”.Infine, tre proposte concrete, che, come spiega Capone, “possono essere messe in campo già a partire dalla settimana in corso”: moratoria per un anno del patto di stabilità degli enti locali che hanno disponibilità di bilancio e sblocco delle assunzioni per la Pubblica amministrazione; superamento del codice appalti e avvio delle procedure di emergenza per l'assegnazione di incarichi pubblici; moratoria di un anno delle direttive europee che impediscono gli aiuti di Stato”.Suggerimenti che si aggiungono “alle proposte già avanzate di natura fiscale e contenute nella lettera che come UGL abbiamo inviato al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri” conclude.

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