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Economia
Daimler rischia il multone e spiffera.L'Ue smaschera il cartello auto tedesco
Angela Merkel in vista agli stabilimenti della Volkswagen a Zwickau

Cartello fra Daimler, Bmw e Volkswagen group (Volkswagen, Audi e Porsche) sulle tecnologie per la pulizia dei gas di scarico emessi dalle nuove auto diesel. Bruxelles commina una muta di 875,189 milioni di euro ai due colossi tedeschi dell'automobile Bmw e Volkswagen per aver violato le regole antitrust colludendo sulle pratiche tech, mentre ha risparmiato Daimler perchè ha rivelato l'esistenza del cartello. Tutte le altre società hanno riconosciuto il loro coinvolgimento. Secondo quanto scrive l'agenzia Radiocor, Bmw è stata multata per 372,827 milioni; Volkswagen per 502,362 milioni (ha goduto di una riduzione del 45% avendo collaborato). Daimler ha beneficiato di una immunità totale a fronte di una multa attorno a 727 milioni di euro. 

La responsabile della Concorrenza Ue Margrethe Vestager ha spiegato che "le cinque case automobilistiche Daimler, Bmw, Volkswagen, Audi e Porsche possedevano la tecnologia per ridurre le emissioni nocive oltre quanto richiesto legalmente dagli standard di emissione Ue, ma hanno evitato di farsi concorrenza non usando appieno il potenziale di questa tecnologia per andare al di là di quanto richiesto dalla legge. Quindi la decisione di oggi riguarda il modo in cui non ha funzionato la cooperazione tecnica legittima. La concorrenza e l'innovazione nella gestione dell'inquinamento automobilistico sono essenziali affinchè l'Europa possa raggiungere i nostri ambiziosi obiettivi del Green Deal. E questa decisione dimostra che non esiteremo ad agire contro tutte le forme di condotta di cartello che mettano a repentaglio questo obiettivo".

Le case automobilistiche in questione, ricostruisce Bruxelles, hanno tenuto riunioni tecniche regolari per discutere lo sviluppo della riduzione catalitica selettiva, tecnologia che elimina le emissioni nocive di ossido di azoto (NOx) dalle auto diesel attraverso l'iniezione di urea (chiamata anche "AdBlue") nello scarico flusso di gas. Durante questi incontri, e per oltre cinque anni, le case automobilistiche hanno collaborato per evitare la concorrenza in questa area per rendere l'azione di "pulizia" migliore di quanto richiesto dalla legge nonostante la tecnologia pertinente fosse disponibile. In particolare, Daimler, Bmw e il gruppo Volkswagen hanno raggiunto un accordo sulle dimensioni e le gamme dei serbatoi di AdBlue e un'intesa comune sul consumo medio stimato di AdBlue. Hanno anche scambiato informazioni commercialmente sensibili su questi elementi e hanno rimosso l'incertezza sulla loro futura condotta di mercato in merito alla pulizia delle emissioni di NOx al di la' e al di sopra dei requisiti legali (il cosiddetto "sovradempimento") e le gamme di ricarica di AdBlue.

"Ciò significa che hanno limitato la concorrenza sulle caratteristiche del prodotto rilevanti per i clienti: tale comportamento costituisce un'infrazione sotto forma di limitazione dello sviluppo tecnico". La condotta illegale si è svolta dal 25 giugno 2009 al 1° ottobre 2014. Nel fissare il livello delle ammende, la Commissione ha tenuto conto del valore delle vendite delle parti di autovetture diesel dotate di sistemi oin questione nello spazio economico europeo nel 2013 (ultimo anno completo dell'infrazione), della gravità dell'infrazione e della posizione geografica scopo. Un'ulteriore riduzione è stata applicata a tutte le parti in quanto si tratta della prima decisione di divieto di cartello basata esclusivamente su una restrizione dello sviluppo tecnico e non sulla fissazione dei prezzi, sulla ripartizione del mercato o sull'assegnazione dei clienti. L'importo della riduzione del 20% tiene conto del fatto che questo tipo di comportamento è espressamente vietato. La Commissione ha applicato una riduzione del 10% delle ammende di tutte le parti ai sensi dell'avviso di transazione del 2008 in considerazione del riconoscimento della loro partecipazione all'intesa e della loro responsabilità in tale violazione.

Questa indagine sul cartello è separata e distinta da altre indagini, precisa Bruxelles, comprese quelle dei pubblici ministeri e di altre autorità sui produttori di automobili e sull'uso di dispositivi illegali di manipolazione per eludere i test normativi. Non ci sono indicazioni che le parti abbiano coordinato l'uso di dispositivi di manipolazione illegali per eludere i test normativi. In questi procedimenti di cartello, la Commissione non ha determinato se i produttori di automobili rispettassero gli standard di emissione delle auto o "ripulissero" secondo uno standard superiore a quello richiesto. E' la prima volta che la Commissione conclude che la collusione sullo sviluppo tecnico equivale a un cartello.

Nell'aprile 2019 la Commissione ha adottato una comunicazione degli addebiti nella procedura ordinaria contro Daimler, Bmw e il gruppo Volkswagen in merito alla loro cooperazione tecnica sullo sviluppo di sistemi in questione per le nuove autovetture diesel e in merito ai filtri antiparticolato Otto (OPF) per ridurre le particelle nocive emissioni dei gas di scarico delle nuove autovetture a benzina ad iniezione diretta. Nel febbraio 2021 la causa e' passata dalla procedura ordinaria alla procedura transattiva. La Commissione ha deciso di non approfondire ulteriormente l'aspetto OPF del caso poiche' riteneva che le prove fossero insufficienti per dimostrare una violazione. 

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