Tronchetti ha il "diritto di criticare" De Benedetti. Le motivazioni dell'assoluzione di Mr Pirelli - Affaritaliani.it

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Tronchetti ha il "diritto di criticare" De Benedetti. Le motivazioni dell'assoluzione di Mr Pirelli

 

Le critiche bruciano ma se non sono infondate è lecito muoverle: stringi stringi sono queste le motivazioni della sentenza del Tribunale di Milano che ha assolto "perché il fatto non costituisce reato" Marco Tronchetti Provera dall'accusa di diffamazione a mezzo stampa nei confronti dell'Ingegnere, Carlo De Benedetti, parte civile nel processo. Sono state pubblicate ieri e confermano quella piccola-grande svolta concettuale, ben più che giurisprudenziale, segnata dalla decisione del giudice della quarta sezione penale di Milano, Monica Amicone. Insomma, la "lesione dell'onore" era stata "determinata dall'esercizio, da parte dell'imputato, della causa di giustificazione connessa all'esercizio del diritto di critica".

Ma che aveva detto di così bruciante, Tronchetti, contro l'Ingegnere da provocargli questa riconosciuta - eppure, appunto, fondata sull'esercizio del diritto di critica e quindi non diffamatoria - lesione dell'onore, della quale si era lamentato impugnandola in tribunale? Tronchetti Provera aveva replicato a un'intervista radiofonica di Carlo De Benedetti che lo aveva attaccato, e non per la prima volta, dettando una dichiarazione all'Ansa: "Se anch'io raccontassi la storia delle persone attraverso luoghi comuni e slogan, potrei dire che l'ing. De Benedetti è stato molto discusso per certi bilanci Olivetti, per lo scandalo legato alla vicenda di apparecchiature alle Poste Italiane, che fu allontanato dalla Fiat, coinvolto nella bancarotta del Banco Ambrosiano, che finì dentro per le vicende di Tangentopoli. E' evidente che non parliamo la stessa lingua, come è normale possa succedere tra un cittadino italiano e uno svizzero".

Nelle motivazioni alla sentenza pronunciata il 23 settembre scorso, depositate ieri, il giudice ripercorre le affermazioni di Tronchetti, spiegando in prima battuta che "deve darsi risposta in gran parte positiva" alla domanda se le frasi pronunciate siano o meno "potenzialmente" lesive "della reputazione" dell'editore. Dall'altro lato, però, il giudice chiarisce che sussiste anche la scriminante "dell'esercizio del diritto di critica, invocato dalla difesa". Scriminante che sussiste anche perché "per ciascuna dichiarazione" al centro del processo c'è anche il "requisito dell' interesse sociale".

Non vi è dubbio, infatti, secondo il giudice, che "il requisito dell'interesse pubblico, nel caso in esame, appaia qui pienamente configurato, tenuto conto del ruolo primario dei protagonisti della polemica, e delle aziende di cui sono i vertici, nel panorama economico italiano". Analizzando le singole affermazioni rese da Tronchetti Provera, il giudice fa notare, ad esempio, che il presidente di Pirelli ha detto il "vero" quando ha spiegato che De Benedetti è stato "coinvolto nella bancarotta del Banco Ambrosiano".

Non può dirsi, infatti, scrive il giudice, che "tale affermazione sia falsa, poiché la condanna è stata annullata" dalla Cassazione, come ha ricordato in aula lo stesso editore. Tronchetti, infatti, secondo il giudice, "non ha detto che De Benedetti è stato condannato, ma semplicemente implicato ("coinvolto") in quel procedimento, dicendo il vero", né, spiega ancora il magistrato, "può ritenersi, come sostiene la difesa di parte civile, che egli avesse anche l'obbligo di menzionare la sentenza che aveva annullato la condanna". Nessun rilievo, dunque, si legge ancora in sentenza, "in ordine al criterio della verità del fatto narrato può essere ravvisato, né in relazione a quello della continenza, atteso che l'espressione usata - fu coinvolto - appare piana e non improntata a un ingiustificato attacco denigratorio".

Quanto all'Olivetti, il giudice scrive che "ce n'è abbastanza per definire "discussi i 'bilanci' di Olivetti, senza incorrere in una falsa affermazione" perché effettivamente "l'ingegner De Benedetti e' stato molto discusso per certi bilanci di Olivetti". Affermazione contestata dal fondatore del gruppo "L' Espresso", il quale in aula aveva ricordato che tutti i bilanci di Olivetti "sono sempre stati approvati dalle relative assemblee". Qui il giudice annota che le "discussioni" citate da Tronchetti "riguardano l'esterno della società, l'opinione pubblica e il mercato" e, in particolare, i "diversi procedimenti penali", "tra i quali quelli archiviati" e "quello che si concluso con la condanna in sede penale da De Benedetti, citata dalla difesa, e della quale il querelante non ha conservato memoria". Si accettano scommesse: De Benedetti ricorrerà in Appello?