Il leader di ExilorLuxottica, multinazionale italo-francese, Leonardo Del Vecchio ha modificato lo statuto della Delfin, società che detiene tutte le partecipazioni azionarie e la liquidità della famiglia. Del Vecchio possiede a suo nome il 25% della Delfin, e alla sua morte passerà alla moglie Nicoletta Zampillo; il restante 75% è diviso equamente tra i sei figli (12,5% a testa). Attualmente questa società ha asset stimati per oltre 20 miliardi.
L'imprenditore milanese ha ritoccato l'articolo 9.3, quello che definisce il futuro dell'azienda qualora egli decidesse di ritirarsi. Le opzioni, nella nuova versione dello statuto, sono diventate tre ma la più importante è la prima: «Il signor Leonardo Del Vecchio sarà automaticamente sostituito con la persona da lui precedentemente designata in una dichiarazione scritta indirizzata al consiglio di amministrazione» e questa persona diventerà automaticamente un consigliere di classe B. Quindi il punto di discontinuità rispetto al passato è che Del Vecchio una volta avrebbe dovuto designare uno tra Mario Notari, Romolo Bardin, Aloyse May e Giovanni Giallombardo (i quattro manager B) mentre dal 17 marzo, data in cui è stato depositato il nuovo statuto, nessuno si dovrebbe dimettere ma entrerebbe una persona terza designata con una dichiarazione scritta.
Se non venisse scelta una persona in questo modo, scatterebbe la seconda opzione: Del Vecchio verrebbe sostituito «dal più alto in grado degli osservatori di cui all’articolo 9.2». Gli osservatori all'interno di Delfin sono al massimo tre persone che partecipano al cda ma che non hanno diritto di voto. Nel caso in cui nemmeno questa opzione fosse attuabile, ne è stata pensata un'ultima: la decisione ricadrebbe nelle mani dell’assemblea dei soci, che avrebbe totalemente carta bianca.
Commenti