Delega fiscale, accordo Renzi-Padoan. Il premier: "3%? La manina è la mia"
Pieno accordo tra Matteo Renzi e Piercarlo Padoan sulla delega fiscale in vista del consiglio dei ministri del 20 febbraio. Lo si apprende da fonti di palazzo Chigi al termine dell'incontro tra il premier e il ministro dell'Economia, che si e' tenuto stamane a palazzo Chigi. Al Cdm del 20 febbraio, spiegano le stesse fonti, si intende arrivare con un provvedimento che sara' modificato, molto piu' ricco e piu' ampio.
"La 'manina' e' la mia". Cosi' Matteo Renzi rivendica la paternita' della norma del 3 per cento nel decreto fiscale. Lo fa, spiega ai deputati riuniti a Montecitorio, "non perche' voglia difendere qualcuno dei miei. Abbiamo discusso, approfondito punto per punto, entrati nel merito. Questo e' il modo in cui un governo governa". "L'idea che qualcuno ti confeziona un pacchetto a me non va. E' l'assunzione di un governo che fa politica. Se qualcuno vuole un governo che mette la firma su quello che preparano i tecnici e se ne va ha sbagliato governo", ha aggiunto.
"Si parla tanto di proporzionalita' per l'evasione fiscale, nel senso che chi ha di piu' puo' evadere di piu', mentre per i licenziamenti la proporzionalita' non vale piu'...". Lo spiega Pierluigi Bersani ai cronisti che lo interpellano a Montecitorio sui decreti delegati in materia di fisco e jobs act. Su questo secondo punto, l'ex segretario Pd spiega che la proporzionalita' tra violazione disciplinare e licenziamento non viene piu' presa in considerazione. "Nel decreto attuativo del Jobs Act - sottolinea Bersani lasciando l'assemblea dei deputati Pd prima che Renzi abbia parlato - c'e' scritto che il lavoratore licenziato per violazione disciplinare puo' solo dimostrare l'insussistenza del fatto, ma si esclude espressamente ogni valutazione sulla proporzionalita' della sanzione". Ovvero, spiega Bersani, "si puo' essere licenziati anche se si fanno 5 minuti di ritardo".